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NON SIAMO TUTELATI

FLP su dirigenza precaria del Ministero della salute

FLP su dirigenza precaria del Ministero della salute
L'articolo sul ruolo dei dirigenti ministeriali non basta a rassicurare FLP: dipendenti a tempo determinato non sono correttamente tutelati.
"I dirigenti del Ministero della salute con professionalità sanitaria sono collocati, a decorrere dall'entrata in vigore della presente legge e senza nuovi o maggiori oneri, in unico livello, nel ruolo della dirigenza sanitaria del Ministero della salute". Il Ddl Lorenzin, uscito ieri da Palazzo Chigi, disciplina all'articolo 10 la dirigenza sanitaria del Ministero della Salute. In base al provvedimento, come già disposto anche nella versione licenziata a luglio dal Consiglio dei Ministri, "nell'ambito delle qualifiche dirigenziali del Ministero della salute viene istituito il ruolo sanitario (ove  confluiscono tutti i dirigenti del Ministero con professionalità sanitaria) al quale si accede in base alla medesima disciplina del Servizio sanitario nazionale". Con l'articolo, si realizza "un intervento legislativo che porti finalmente chiarezza in merito allo status dei dirigenti delle professionalità sanitarie del Ministero, in armonia con la disciplina prevista per le corrispondenti qualifiche del Servizio sanitario nazionale".

Ciononostante, anche sulla scia degli accordi Ministero-Sindacati per il superamento del precariato, FLP-Federazione Indipendente Lavoratori Pubblici si rivolge al Ministero della Salute dichiarando che "i dirigenti delle professionalità sanitarie dipendenti a tempo determinato presso il Vostro Dicastero, non siano sufficientemente e correttamente tutelati da alcun sindacato rappresentativo" e chiede di essere coinvolta.

FLp sottolinea nella sua nota al Ministro Lorenzine e al Sottosegretario Fadda che "da più di trent'anni la sicurezza alimentare, la sanità animale e la profilassi internazionale in Italia sono garantite da professionisti sanitari che lavorano per il Ministero della Salute con contratti precari. Attualmente soprattutto gli uffici periferici possono contare quasi esclusivamente su questi professionisti ed il loro lavoro di controllo e certificazione, indispensabile per adempiere alla normativa europea, garantisce all'erario cospicue entrate. Considerando che tali precari sono stati assunti tramite procedure concorsuali e che i loro stipendi sono garantiti da una specifica copertura finanziaria (art. 34 bis, comma 2, legge 27 febbraio 2009, n. 14) non si capisce come mai il Ministero non sia stato ancora in grado di dare a tutti i suoi dipendenti, altamente qualificati, la dignità lavorativa che ogni persona merita".

"Mentre nel privato- prosegue la nota-  la normativa europea sul precariato è diligentemente applicata, non si comprende per quale motivo i Ministeri possano continuare ad usufruire dello stesso personale precario anche per più di venti anni, contravvenendo di fatto a quanto prescritto dalla Direttiva 1999/70/CE".

"Gli incarichi quinquennali - conclude la nota- dati a tale personale precario, incominceranno a scadere ad aprile 2014 ed abbiamo bisogno non solo di certezze sul loro rinnovo, ma soprattutto di conoscere quali siano i percorsi che il Ministero intende seguire per sanare questa  assurda situazione di precariato senza fine".