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INTRAMOENIA

Lettera aperta ai medici veterinari dirigenti

Lettera aperta ai medici veterinari dirigenti
di Armando MasucciResponsabile Nazionale UIL FPL Medici. Era ormai diventata una pessima consuetudine il prorogare in anno in anno la scadenza della cosiddetta "intramoenia allargata", termine inventato da chi scrive per indicare la possibilità del convenzionamento tra azienda e studio privato.

Il medico si impegna a versare una piccola quota alla azienda, ma può sfruttare completamente il proprio ambulatorio, ivi comprese le strutture ed altro, concordando con l'azienda stessa la calmierizzazione dei costi.
L'idea, a suo tempo, ci sembrò opportuna per non avvilire la professionalità dei colleghi, pronti a migliorare qualitativamente e quantitativamente i propri ambulatori.
Naturalmente l'intramoenia allargata avrebbe avuto vita fino alla individuazione di appositi spazi separati idonei e distinti che gli Enti avrebbero dovuto mettere a disposizione dei propri dipendenti , superando così definitivamente il sistema della convenzione con essi.

Purtroppo le aziende non hanno mai allestito simili spazi, tranne rari casi ove, per altro, l'intramenia aziendale funziona alla grande. Si è andati avanti con continue proroghe in attesa dell'impegno a recepire tali spazi da parte delle ASL e non si è perfezionato il sistema di accreditamento, come abbiamo sempre chiesto.
La UIL FPL, infatti, ha sempre sostenuto che non solo tali ambulatori privati convenzionati con le asl dovessero essere certificati attraverso veri audit di qualità ma, soprattutto,che l'intramenia allargata dovesse essere intesa come una, appunto, allargamento della vera intramenia aziendale, in modo che i cittadini che non avessero potuto usufruire degli ambulatori aziendali avrebbero potuto farsi visitare dallo stesso medico prescelto, presso il suo studio,purché convenzionato e quindi con gli stessi costi che avrebbe sostenuto in azienda.
Il sistema non funziona sia perché le aziende non hanno mai dato questa valorizzazione agli studi professionali convenzionati, sia perché gli stessi medici hanno spesso confuso l'attività libera - professionale con quella intramoenia.

Laddove l'intramenia allagata avrebbe costituito una reale netta riduzione delle liste di attesa, con la piena soddisfazione dei cittadini, sempre che gli ambulatori fossero ivati, certificati e ci fosse un centro di prenotazione specifico presso l'azienda, che evitasse, così, la prenotazione diretta presso la segreteria del medico.
Tutto questo non si è fatto e solo un po' meno del 50% delle asl si è dotata di appositi spazi per l'attività intramurale.
Visto che il Ministero della Sanità appare così deciso a cambiare le regole entro giugno, noi auspichiamo che l'impegno sia pari a voler individuare tutte le asl che non hanno attuato la riforma, nel senso che non hanno creato appositi spazi,perché altrimenti continueremo a sostenere che l'intramenia allargata rappresenta una alternativa, seppur temporanea alla intramenia aziendale, un giusto diritto dei cittadini ed un doveroso riconoscimento della professionalità medica.

Diverso è il discorso se si vuol tornare in dietro e resuscitare la legge Bindi nella sua maniera iniziale: vale a dire gli incarichi aziendali vanno assegnati solo a chi sceglie il rapporto di esclusività.
L'aver superato tale obbligo, ha portato di fatto che solo il 5% dei medici del SSN ha scelto l'extramoenia , tutto il resto sta in regime di esclusività, visto che si può fare tutto anche al di fuori.
Per la verità qualche avviso di pericolo sul valore morale e pratico dell'esclusività lo avemmo all'epoca della sottoscrizione del secondo biennio economico del CCNL 06/09 ed infatti né la UIL FPL né la CGIL Medici firmarono: l'aver voluto includere l'indennità di esclusività nel tabellare unico, considerando l'esclusività come una delle tante voci inglobate e quindi senza specificità, di fatto da una parte ha assicurato il modestissimo incremento della stessa voce legata all'incremento generale della contrattazione, dall'altra ha privato tale voce della sua specificità, derivante da apposito finanziamento extra contrattuale.

Tanto è che moltissime aziende non stanno pagando l'incremento economico dell'esclusività al raggiungimento superamento del 15° anno di servizio, proprio perché fa parte del tabellare e, quindi, secondo tali amministratori dovrebbe subire le limitazioni imposte dalla legge Brunetta. Nei prossimi giorni cercheremo il confronto con il Ministro per fare chiarezza sul problema.