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Parlano gli Ordini

FNOVI al SOLE24H: liberalizzazione non è deregulation

FNOVI al SOLE24H: liberalizzazione non è deregulation
Quattro domande sulle liberalizzazioni. Le ha rivolte Il Sole 24 Ore ai Presidenti nazionali degli Ordini. Tariffe, crescita, tirocinio ed errori da non fare. Ecco come hanno risposto. Penocchio (FNOVI): liberalizzazione non è deregulation. Per la crescita? Un radicale cambio di approccio. Gli onorari veterinari non caleranno, ad aumentarle è il Fisco.
1) Abolite le tariffe, quali effetti (positivi e/o negativi) prevede per la Sua categoria?
2) Cosa pensa del tirocinio svolto tutto durante l'università?
3) Indichi una misura di cui la Sua categoria ha bisogno per crescere
4) Quale errore non deve fare il Governo Monti?

Sono le quattro domande sulle liberalizzazioni, rivolte da Il Sole 24 Ore ai Presidenti nazionali degli Ordini. Nel complesso, tutte le categorie si mostrano preparate ad una svolta. Restano fermi i principi più connotativi delle attività ordinistiche derivanti dalla Costituzione e dalla condizione di enti ausiliari dello Stato.

Ma su molti punti ormai il dibattito ha perso l'enfasi di alcuni anni fa. Sulle tariffe ad esempio. Il Presidente della FNOVI, Gaetano Penocchio: "I medici veterinari non avvertiranno alcuna novità. Il nostro Codice deontologico è adeguato ormai da anni".

Nella nota integrale dell'intervista al giornale, che oggi l'Ufficio Stampa FNOVI rende pubblica, si legge in proposito l'aggiunta che "nel maggio 2006 l'Antitrust avviò un'istruttoria sui minimi tariffari in veterinaria che aprì la strada alla Legge Bersani. Le conseguenze sono state immediate: una corsa al ribasso delle tariffe, talvolta a detrimento del principio dell'adeguatezza nel rapporto onorario-qualità, una deriva che come Ordine ci preoccupa molto. Inoltre, l'utente, privato e pubblico, oltre ad aver perso dei parametri di riferimento, non ha avvertito alcuna moderazione degli onorari perché sempre più gravati da un'IVA ai massimi livelli storici".

Non di diretto interesse le norme sul tirocinio, che escludono espressamente le professioni sanitarie dalle ipotesi di riforma. " Per noi è semmai indispensabile prevedere un apprendistato pratico post laurea - dice Penocchio-  al fine di sviluppare le conoscenze acquisite nel corso della formazione accademica, preferibilmente prima dell'esame per l'abilitazione di Stato". Indagini statistiche realizzate nel 2010 - si legge nella nota stampa della Federazione- testimoniano il valore ed il peso di esperienze formative professionalizzanti post laurea svolte presso struttura private e pubbliche".

Per la crescita la risposta del Presidente FNOVI è "una radicale reimpostazione dell'approccio liberalizzatore alla nostra professione, che cessi di guardare alla prestazione veterinaria come ad un qualunque servizio commerciale". Il riferimento è al Fisco: "Registriamo che per il Fisco la cura di un animale, da compagnia o produttore di alimenti, è un bene voluttuario, gravabile della massima aliquota IVA applicata ai beni superflui (per giunta recentemente maggiorata) e minacciata di decurtazioni della detraibilità fiscale. Non si deve scoraggiare l'utenza a fare prevenzione e salute animale. Curare gli animali è oggi un obbligo, non dimentichiamo che sono tutelati penalmente".

E infine la raccomandazione al Governo Monti: "Non deve commettere l'errore di non ascoltare gli Ordini professionali anche nella loro specificità disciplinare. Si pensi alla pubblicità. In sanità, non può essere liberalizzata fino a consentire l'induzione di artificiosi bisogni di salute e una concorrenza al ribasso fra i professionisti esasperati nella rincorsa a chi offre meno. Questa non è liberalizzazione, questa è deregulation. E in sanità non è un buon principio".
Il Codice del Consumo da solo non basta. Serve il ruolo dell'Ordine.

All'indomani dell'inchiesta del Sole, un primo riscontro: il Ministro della Giustizia, Paola Severino, accoglie il mantenimento del tariffario di riferimento in sede giudiziale.