Via dai Codici deontologici di tutte le professioni le tariffe minime e massime "inderogabili". Il principio varrà anche per quelle categorie che - a differenza della veterinaria- le avevano mantenute nonostante la Legge Bersani. Via anche le tariffe "di riferimento" invocate come parametro per la pubblica amministrazione e per l'utenza dei servizi professionali.
Il decreto "Salva Italia, oggi Legge dello Stato, lasciava ancora quale margine di sopravvivenza ai tariffari, ma il Governo- sollecitato dall'Antitrust- intendeva rimediare presto e con una prima bozza di decreto ipotizzava di cancellarle anche in sede di contenzioso legale.
L'altolà degli Ordini stavolta ha incontrato il consenso del Ministro della Giustizia Paola Severino:giusto mantenere il tariffario di riferimento in sede di liquidazione giudiziale dei compensi da parte del Giudice. Secondo la prima bozza di decreto, invece, il Codice Civile veniva modificato nel senso di lasciare decidere al magistrato "secondo equità", un concetto troppo vago e scarsamente obiettivo per risolvere le liti.
Il decreto sulle liberalizzazioni, che interesserà da vicino soprattutto farmacisti e taxisti, è annunciato per venerdì in Consiglio dei Ministri.Poche novità dunque per la veterinaria, salvo ribadire che la riformaè quella tracciata dalla legge 148/2011 (Manovrà d'agosto) e dalla Legge 183/11 (Legge di Stabilità).
LIBERALIZZAZIONI, IL PREVENTIVO SARA' OBBLIGATORIO