• Utenti 11
  • Articoli pubblicati dal 4 novembre 2001: 31280
IL CASO

Permesso di lavoro, "grave motivo personale" certificato dal veterinario

Permesso di lavoro, "grave motivo personale" certificato dal veterinario
Gravità certificata dal Veterinario. Secondo il Presidente dell'ANMVI, è "fondamentale la continuità di assistenza prescritta dal Veterinario curante".
La decisione dell’Università La Sapienza di Roma non ha precedenti nel diritto del lavoro e della tutela animale. l'Ateneo ha concesso ad una propria dipendente un permesso di lavoro, retribuito, per accudire il proprio cane che satava "molto male e aveva bisogno di un intervento medico veterinario urgente". Il cane, una setter di 12 anni aveva subito un intervento per carcinoma mammario. La proprietaria, 53enne bibliotecaria, è single.
L’Università ha concesso due giorni di permesso, dopo avere ricevuto il certificato del veterinario. Formalmente, il permesso è stato accordato dall'Ateneo per «un grave motivo famigliare e personale».

"Certamente, in condizioni di salute gravemente invalidanti per l’animale, l’accudimento domestico costante e senza interruzioni del piano terapeutico prescritto dal Medico Veterinario, concorre alla sua pronta guarigione- commenta il Presidente dell'ANMVI Marco Melosi, intervistato oggi da Radio24.  La “compliance”, cioè il fedele proseguimento a casa delle cure impartite dal Medico Veterinario è fondamentale per il successo dell’intervento e delle terapie veterinarie eseguite nella struttura veterinaria"- prosegue.

Sul piano del diritto del lavoro "come Medici Veterinari non abbiamo competenze di merito- dichiara Melosi-  ma probabilmente ci troviamo di fronte ad uno di quei casi in cui la giurisprudenza e la società anticipano il legislatore. E' certamente nell’interesse del paziente animale poter contare su una assistenza certa a casa, in situazioni di ‘necessità’, specie se discriminanti per la guarigione e la qualità della guarigione stessa. Il Medico Veterinario può senza dubbio avere un ruolo come è avvenuto in questo caso".

La proprietaria aveva inizialmente chiesto il permesso retribuito per la cura dalla sua cagnolina malata, Cucciola una setter di 12 anni. Permesso accordato, ma scalato dalle ferie. A cambiare la decisione dell'Ateneo è stato l'intervento dei consulenti della LAV e il richiamo delle norme civili e penali su abbandono e maltrattamento di animali. L’Università  ha chiesto una certificazione medico-veterinaria e, una volta ottenuta, il direttore generale de La Sapienza ha firmato la decisione retroattiva, convertendo i due giorni di ferie in due giorni di permesso pagato.

Cucciola è stata trovata a Villa Pamphili e poi adottata. La donna aveva già altri due cani.

Intervista al Presidente ANMVI a "Effetto giorno" Radio24