Nel merito dell’esposto, l’Associazione chiedeva se l’applicazione del canone agli strumenti di comunicazione informatica non fosse lesiva delle libertà e dei diritti che l’Agcom è preposta a tutelare (corretta competizione degli operatori sul mercato, libertà fondamentali dei cittadini, tutela dei consumi). L’Autorità ha invece limitato la sua risposta ai soli aspetti tributari per i quali si dichiara incompetente ad intervenire. Proprio come aveva già fatto a suo tempo anche l’Agenzia delle Entrate.
Ad oggi- dopo il dietro front della RAI che ha dichiarato di non pretendere il canone speciale su pc, smartphone e tablet, l’unica risposta ufficiale- comunque parziale- è del Sottosegretario allo Sviluppo Economico, Massimo Vari. In attesa di una soluzione normativa prosegue lo scarica barile.
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