• Utenti 10
  • Articoli pubblicati dal 4 novembre 2001: 32055
cerca ... cerca ...

AIVEMP: CHI PAGA I DANNI DELLA STAMPA?

AIVEMP: CHI PAGA I DANNI DELLA STAMPA?
La cattiva stampa danneggia irresponsabilmente le categorie, i consumatori e il mercato. L'allarmismo sulla sicurezza alimentare crea ansie in grado di influenzare in modo negativo la salute e la qualità della vita dei consumatori; destabilizza interi comparti economici; oltraggia le istituzioni e le professionalità del nostro Paese. Bartolomeo Griglio (AIVEMP): è arrivato il momento di presentare il conto dei danni. La cattiva stampa danneggia irresponsabilmente le categorie, i consumatori e il mercato. L'allarmismo sulla sicurezza alimentare crea ansie in grado di influenzare in modo negativo la salute e la qualità della vita dei consumatori; destabilizza interi comparti economici; oltraggia le istituzioni e le professionalità del nostro Paese. E' arrivato il momento di iniziare a chiedersi se non si debba presentare il conto dei danni arrecati.

Dopo il rapporto sugli antibiotici, le verdure e la frutta contaminati da pesticidi, gli allarmi sugli alimenti che si colorano (anche se non si sa come siano stati conservati dal momento dell'acquisto) con mobilitazione di procure, allarmi delle associazioni produttori e delle associazione dei consumatori, abbiamo letto, in questa calda estate, "inchieste giornalistiche" che hanno riproposto gli ormai consueti, ideologizzati, luoghi comuni che si ripetono in quanto evidentemente consentono di riempire le pagine dei giornali o gli spazi di una trasmissione televisiva senza troppa fatica.

Allevamenti "lager", animali bombardati da farmaci pericolosi e vietati che nessun laboratorio o tecnica analitica riesce a rilevare, controlli insufficienti dimostrati dai sequestri delle forze dell'ordine e dai rapporti sulla malavita organizzata è il quadro che viene generalmente proposto ai cittadini italiani.

Abbiamo già avuto modo, come AIVEMP,di confutare queste tesi: non perché i problemi non esistano ma perché crediamo utile rendere merito che nel nostro Paese si fa molto di più rispetto alla media delle altre realtà per gestirli.
Basti pensare ai servizi veterinari che operano alle dipendenze del Ministero della Salute e non sotto l'Agricoltura o ai nostri allevamenti, che seppur diversi da quelli di 50 anni fa, mantengono una gestione familiare con un alimentazione degli animali basata su foraggi e cereali e non su sottoprodotti dell'industria come succede in altri Paesi, in grado di produrre a costi più bassi e da cui, per la carenza delle nostre produzioni, siamo costretti ad importare carni e latte.

Ma tutto ciò evidentemente non fa "audience" che pare essere l'unico obiettivo per gran parte dei nostri giornalisti. E allora non importa se una notizia o un titolo privi di ogni supporto scientifico causano il crollo di acquisti di un prodotto o perdite economiche per un intero settore che garantisce anche occupazione e benessere e non importa se si aumentano ingiustificatamente le ansie dei cittadini.
Ma bisogna essere consapevoli che, come ormai dimostrato da numerose ricerche, l'allarmismo crea ansie in grado di influenzare in modo negativo la salute e la qualità della vita degli individui e che in molti casi i danni derivanti dalle paure sono quantificabili e risultano più elevati che non quelli derivanti dal rischio oggetto dell'allarme. I dati di un sondaggio europeo di qualche anno fa dimostrano che i cittadini italiani sono, in contrasto con le affermazioni dell'inchiesta, tutt'altro che "tranquilli".


In Italia, Paese che dispone di prodotti alimentari tradizioni gastronomiche invidiate in tutto il mondo, i consumatori sono al penultimo posto in Europa (peggio di noi sono solo i cittadini portoghesi) manifestando un altissimo grado di preoccupazione rispetto alla sicurezza di quello che mangiano. E di certo con le inchieste scandalistiche non si contribuisce a migliorare la situazione.


Forse di tutto questo, prima di mandare in onda o di pubblicare un pezzo, bisognerebbe tenere conto.


Bartolomeo Griglio, Presidente AIVEMP