Presentata ieri al Ministero la "Carta etica per la tutela del cavallo", un documento che impegna i fantini a rispettare i principi di tutela benessere animale e anche di provvedere alle cure e alle terapie necessarie» al cavallo, evitando doping e macellazione dell'equino a fine carriera. Al Ministero Settore Salute è stata presentata una «Carta etica per la tutela del cavallo», un documento, sottoscritto dall'Ambasciatore Italiano dell'Endurance e dal Sottosegretario Martini,che impegna i fantini a rispettare i «principi etici e morali di tutela e di rispetto del benessere dell'animale», procedendo al suo addestramento «nel rispetto delle sue caratteristiche etologiche, evitando l'utilizzo di mezzi e strumenti coercitivi e l'uso della forza».
Questi gli impegni nel dettaglio:
-praticare tutte le attività che coinvolgono il cavallo secondo i principi etici e morali di tutela e di rispetto del benessere del cavallo stesso;
-procedere all'addestramento e allenamento del cavallo nel rispetto delle sue caratteristiche etologiche, evitando l'utilizzo di mezzi e strumenti coercitivi e l'uso della forza;
-provvedere alle cure e alle terapie quando necessarie e quando indicate, sospendendo l'attività del cavallo per tutto il tempo indispensabile al fine di garantirne il completo recupero;
-evitare in ogni modo il ricorso al doping e segnalare eventuali casi di maltrattamento e/o doping;
-contribuire con il mio esempio e con la mia testimonianza alla promozione culturale del rispetto e della tutela del cavallo nonché delle buone prassi nella disciplina dell'Endurance, affinché l'Italia possa essere una nazione di esempio a tutto il mondo;
-provvedere a garantire ai miei cavalli la non macellazione e condizioni di vita adeguate, nel rispetto del loro benessere anche dopo la fine dell'attività sportiva e agonistica;