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VALUTAZIONE DEL RISCHIO ANCHE PER I NANO ALIMENTI
Anche se le nanoparticelle sono ampiamente impiegate dall'industria agroalimentare, non c'è ancora una legislazione che preveda dei test obbligatori per verificarne la sicurezza. Lo sostiene il Parlamento Europeo che chiede una speciale valutazione del rischio.
Anche se le nanoparticelle sono ampiamente impiegate dall'industria agroalimentare, non c'è ancora una legislazione che preveda dei test obbligatori per verificarne la sicurezza. Sui nano-alimenti non ci sono né leggi, né standard, né controlli.
La Commissione parlamentare per l'Ambiente dell'Europarlamento ha così criticato la proposta dell'esecutivo comunitario di rivedere il regolamento sugli alimenti di nuova generazione, inclusi i "nano-food". La commissione parlamentare Ambiente ha preparato un rapporto sulle nanotecnologie, che verrà votato dall'aula a fine aprile.
Da qui una serie di richieste fra cui l'accertamento dei rischi che può comportare l'utilizzo di queste tecnologie prima di inserirle nel carrello degli alimenti giudicati sicuri dall'UE e maggiori garanzie per il benessere animale. Gli alimenti che contengono nanoparticelle dovrebbero essere etichettati come "prodotti che contengono nanotecnologie".
Nel loro rapporto, i deputati chiedono anche di vietare la produzione di alimenti da allevamenti di animali clonati e loro discendenti. E inoltre: "occorre mettere a punto con urgenza metodi di prova specifici per i nanomateriali che non prevedano la sperimentazione su animali".
Secondo la definizione della Commissione Europea si può parlare di nuovi alimenti o alimenti di nuova generazione "quando si applica una tecnologia di produzione che non veniva utilizzata in precedenza". In particolare la Commissione si riferiscea "nuove tecnologie di allevamento e ai nuovi processi di produzione che hanno un impatto sugli alimenti, e dunque potrebbero averlo sulla sicurezza alimentare. I nuovi prodotti alimentari pertanto dovrebbero comprendere alimenti derivati da piante e animali, prodotti mediante tecniche di allevamento non tradizionali o modificati mediante nuovi processi produttivi, come la nanotecnologia e la nanoscienza, che potrebbero avere un impatto sugli alimenti".
I "nano-alimenti" contengono nanoparticelle, che si chiamano così per la loro grandezza: 100 nanometri, cioè un milionesimo di millimetro. Vengono utilizzate per modificare la qualità del cibo, per esempio aumentandone il potenziale nutritivo, migliorandone l'aroma ed il colore o incrementando il potenziale antibatterico degli imballaggi dei prodotti. Per esempio nanoparticelle di biossido di titanio ricoprono alcune merendine al cioccolato per rallentare l' apparizione del burro di cacao sulla superficie, e a certi chewing-gum vengono aggiunti nano-silicati.
L' Efsa (Autorità europea per la sicurezza alimentare) recentemente ha rilasciato un´opinione sulle nanotecnologie presenti negli alimenti e nei mangimi.