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I RESPONSABILI SONO I SOLDI CHE NON CI SONO

I RESPONSABILI SONO I SOLDI CHE NON CI SONO
Il Direttore Area Dipartimentale di Sanità Pubblica Veterinaria della USL7 Ragusa interviene sul caso Modica dopo la fallita riunione di ieri in Prefettura, poi spostata in Comune, in pieno conflitto istituzionale fra Governo e Prefetto. "I responsabili sono i soldi che non ci sono- dichiara Pippo Licitra, Direttore Area Dipartimentale di Sanità Pubblica Veterinaria della USL7 Ragusa, che documenta le cifre che servirebbero per affrontare il randagismo nella provincia: "con una azione di tutti i veterinari, tre strutture pubbliche e venti strutture veterinarie, in un anno si sterilizzerebbero tutti i 4.045 cani senza proprietario del ragusano, ma in assenza di risorse il nostro modello organizzativo non può essere attuato"."Bisogna uscire con i numeri- annota Licitra- perché teorizzare quello che si dovrebbe fare è facile e demagogico e invece bisogna confrontarsi col fatto che ci vorrebbe 1 milione e mezzo di euro per fare quello che va fatto e invece abbiamo solo 100.000 euro negli ultimi quattro anni".

Il costo per ogni cane randagio, dalla cattura alla reimmissione nel territorio, passando per l'intervento chirurgico, le cure, il mantenimento e le fasi di trasporto è di 369 euro. Un piano di cattura e permanenza di circa 4.000 cani in un canile, solo in un anno richiederebbe circa 5 milioni e mezzo di euro".

E i Servizi Veterinari che cosa hanno potuto fare? "Abbiamo fatto quello per cui siamo laureati e chiamati a fare nel Servizio Sanitario Nazionale e Regionale- risponde il dirigente siciliano- ma in Sicilia la prevenzione, inclusa la veterinaria, è stata tagliata del 20%. Con questi numeri non si possono riversare colpe sulla nostra professione- aggiunge Licitra- e i Servizi Veterinari del Ssn fanno con quello che hanno e nei limiti delle loro attribuzioni istituzionali, ovvero agendo su una nicchia della complessa filiera del randagismo. Il giorno dopo il fatto tragico del bambino, saremmo dovuti finalmente andare ad identificare i cani del signor Giglio che da circa otto mesi era diventato il riferimento "animalista" di tutti coloro che avevano recuperato un cane, lui raccoglieva gli animali che gli portavano. Fino a quel momento, non siamo riusciti ad entrare nella struttura, se non verificando da lontano la salute degli animali. Non sembravano in cattivo stato, ma certo erano cani inselvatichiti con comportamenti ormai da branco" .

La zona e la gestione dei cani da parte del Signor Giglio era seguita da assistenti sociali e forze dell'ordine "con le quali - spiega Licitra- si era iniziato a portare la struttura verso un percorso di legalità. Ai Servizi Veterinari non si possono chiedere interventi di repressione".

Quanto all'ordinanza-abbattimento, il conflitto istituzionale l'ha congelata, anche se la legge ammette per comprovata pericolosità la soppressione. " Vanno accalappiati e ricoverati- conclude Licitra- e se ci saranno i soldi si potrà anche fare il canile. Con i soldi, però, non con la demagogia e le belle teorie".