• Utenti 11
  • Articoli pubblicati dal 4 novembre 2001: 31295

CATANZARO: TAR LAZIO ACCOGLIE IL RICORSO ANMVI

Il Tribunale Amministrativo del Lazio, accogliendo il ricorso dell’ANMVI, ha annullato il decreto del Ministero dell’Università 3 settembre 2003 con il quale l’allora Ministro Letizia Moratti autorizzava l’istituzione del corso di laurea in medicina veterinaria presso l’Università Magna Graecia di Catanzaro. La sentenza dei giudici del TAR (n. 4868/2007) accoglie tutte le censure dell'Associazione ricorrente nei confronti del provvedimento ministeriale e riconosce piena legittimazione dell’ANMVI ad agire in sede giurisdizionale. Le violazioni di legge - Il corso di laurea in medicina veterinaria attivato presso l’interateneo di Catanzaro “risultava al di fuori del numero già programmato di posti disponibili, non teneva conto delle previsioni e delle indicazioni negative tanto del Comitato Nazionale per la Valutazione del Sistema Universitario, quanto della Conferenza dei Presidi delle Facoltà di Medicina Veterinaria”. Inoltre, i giudici, nel bocciare il decreto, hanno tenuto conto di una precedente nota dello stesso Ministero dell’Università, che nel 2001 informava la FNOVI di non aver accolto la richiesta dell’Ateneo di Catanzaro di istituire un corso di veterinaria per mancata documentazione sulle risorse necessarie alla sua attivazione. Ciononostante, l’8 settembre 2003 venivano espletate le prove di ammissione al predetto corso di laurea specialistico, autorizzato con d. m. 3 settembre 2003, “di fatto emanato alla vigilia delle prove e in assenza di pubblicità legale". Il decreto infatti non risulta pubblicato sulla Gazzetta Ufficiale. Il Ministro Moratti lo motivava sulla base di una “particolare necessità e urgenza anche al fine di soddisfare esigenze formative del bacino di utenza calabrese”. Ma nell’atto del TAR si legge che “nel decreto non vi è traccia di alcuna valutazione operata “a livello nazionale”, né “della valutazione dell’offerta potenziale del sistema universitario” e della valutazione “del fabbisogno di professionalità del sistema sociale e produttivo.” Ed anche che “il decreto ministeriale impugnato attiva un corso di laurea specialistico senza prevedere la copertura di spesa a carico del Ministero e/o dell’Università di Catanzaro”. Non solo, il Ministero dell’Università ha agito da solo e “ senza alcun concerto con gli altri Ministeri competenti, in primis il Ministero della Salute. Il decreto impugnato, quindi, “non ha osservato il procedimento previsto dall’art. 2 del d.p.r. n. 25 del 1998 - che disciplina la “programmazione del sistema universitario” e quindi l’istituzione di nuovi corsi e facoltà – nell’ambito del quale è previsto l’intervento obbligatorio di organi tecnici e politici che devono esprimersi in merito”. Il TAR del Lazio non trascura nemmeno altre violazioni: “ il Ministero ha “ripescato” un parere reso dal C.U.N. (ora C.N.V.S.U.) nel 2001 nell’ambito di un altro procedimento conclusosi con un diniego di approvazione dello stesso Ministero. E malgrado questo parere negativo, il Ministro dell’Università ha firmato il decreto limitandosi a “ citare il parere reso dal C.N.V.S.U. trasmesso il 25 luglio 2003, senza svolgervi alcuna considerazione e lasciando intendere che si tratti di parere favorevole. In realtà, le molteplici e complesse valutazioni operate dall' allora menzionato organismo sono tutte di segno negativo e se pure quest’ultimo ha enunciato una serie di condizioni essenziali per l’avviamento del corso specialistico in questione, avrebbero dovuto fornirsi precise garanzie per la realizzazione di dette condizioni. Il ricorso era stato presentato anche da singoli medici veterinari iscritti all'Ordine di Catanzaro sulla base delle medesime censure avanzate dalla ricorrente ANMVI. In questo caso i giudici del TAR non hanno riconosciuto la legittimazione ad agire, per assenza di un pregiudizio diretto e immediato nella loro sfera giuridica. Piena legittimazione invece per l'ANMVI, sulla base delle disposizioni statutarie che la impegnano ad agire in favore della Categoria. L'Associazione è stata rappresentata e difesa dal proprio legale, Avv. Maria Teresa Semeraro. Nel ricorso è intervenuta ad adiuvandum la FNOVI, rappresentata e difesa dall'avv. Paolo de Camelis.