La proposta del Ministero della Salute è di chiudere la fase sperimentale e di scrivere con le Regioni un Piano Nazionale a partire da metà marzo: entro quella data si insedierà al Ministero un gruppo paritetico Stato-Regioni che insieme alla Commissione Nazionale ECM lavorerà per l’attuazione dell’Accordo Stato-Regioni del 23 marzo 2005. Il Piano dovrà prevedere temi comuni a tutte le professioni, di prevalente interesse per lo Stato, temi specifici per le singole discipline e temi organizzativo-gestionali di interesse per le Regioni.
Per non bloccare l’ECM, il Ministero della Salute ha proposto alle Regioni un accordo- ponte i cui contenuti sono dettagliati in un documento trasmesso a fine gennaio alla Conferenza Stato Regioni. La proposta del Ministero della Salute è di chiudere la fase sperimentale e di scrivere con le Regioni un Piano Nazionale a partire da metà marzo: entro quella data si insedierà al Ministero un gruppo paritetico Stato-Regioni che insieme alla Commissione Nazionale ECM lavorerà per l’attuazione dell’Accordo Stato-Regioni del 23 marzo 2005.
Il Piano dovrà prevedere temi comuni a tutte le professioni, di prevalente interesse per lo Stato, temi specifici per le singole discipline e temi organizzativo-gestionali di interesse per le Regioni. Dovranno essere inoltre fissate le tipologie delle attività formative, le modalità per l’accreditamento dei provider e la tenuta del relativo albo, i criteri per l’attribuzione dei crediti, il ruolo delle società scientifiche, la questione degli sponsor.
Nel frattempo tutte le sperimentazioni avviate proseguiranno e saranno fatti salvi i crediti acquisiti fino alla stipula del nuovo accordo.
Per completare il debito formativo ( 120 crediti) per il quinquennio 2002-2006 i crediti ECM da acquisire nel 2006 sono 30. La novità dell’anno in corso sarà l’avvio della seconda fase del progetto ECM, con l’accreditamento dei provider per la formazione residenziale e la formazione a distanza (FAD). Rinviata invece alla stesura del Piano nazionale per l’aggiornamento del personale sanitario l’individuazione di una disciplina ad hoc per la formazione sul campo (FSC), ovvero la scelta dei criteri e delle modalità per favorire l’aggiornamento professionale sul posto di lavoro, nello studio o a casa dell’operatore sanitario. Intanto le Regioni potranno affrontare le necessità di aggiornamento sanitario avendo a disposizione i 50 milioni di euro già stanziati dal CIPE per ciascuno degli anni dal 2005 al 2007. ( fonte: Il Sole 24 Ore Sanità)