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BSE, CORTE UE: LECITO L’ABBATTIMENTO

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L’abbattimento e la distruzione della coorte a cui appartiene un bovino infetto non è in contrasto con il principio di proporzionalità, quel principio che ispira il diritto comunitario secondo il quale il Legislatore europeo deve legiferare scegliendo fra le misure appropriate, ricorrendo alla meno restrittiva e facendo sì che gli inconvenienti causati non siano sproporzionati rispetto agli scopi perseguiti. Lo ha stabilito la Corte di Giustizia Europea risolvendo la causa intentata da un allevatore tedesco che, dovendo abbattere 52 capi, aveva fatto ritenuto lesivo del principio di proporzionalità la norma che impone l’abbattimento e la distruzione della coorte a cui appartiene un bovino infetto ( Regolamento n. 999/2001, modificato dal regolamento n. 1326/2001). Appoggiandosi a vari articoli scientifici l’allevatore sosteneva che l’obbligo di abbattere la coorte a cui appartiene l’animale malato non migliora la tutela dei consumatori in maniera decisiva. Anche se gli allevatori percepiscono un indennizzo, questo non risarcirebbe in misura adeguata il danno morale subito. Inoltre, il ricorrente faceva anche valere che non è stato provato un nesso tra la BSE ed i rischi per la salute umana” i quali sarebbero comunque tenui, come risulterebbe dai dati forniti da alcuni scienziati”. Ma i giudici comunitari hanno ricordato che, nella sua versione originale, il regolamento n. 999/2001 prevedeva l’abbattimento dell’intera mandria presente nell’allevamento a cui apparteneva l’animale nel cui organismo era stata accertata la malattia e che in seguito la norma è stata modificata al fine di imporre solo l’abbattimento della coorte. Hanno quindi rilevato che la necessità di abbattere la coorte è stata confermata ripetutamente da vari comitati scientifici, citando al riguardo, le conclusioni e le principali raccomandazioni della consulta tecnica congiunta OMS/FAO/OIE sulla BSE: Sanità pubblica, sanità animale e commercio (OIE, Parigi, 11-14 giugno 2001). Valutate altre misure, la Corte Europea sostiene, in conclusione, che l’obbligo di abbattere la corte “sia necessario per la protezione della salute animale ed umana e che le altre misure non permettano di ottenere gli stessi risultati”.