Oggi il programma di formazione continua in medicina "sta attraversando un periodo di transizione, in attesa che si chiariscano gli orientamenti futuri del programma, il ruolo dei provider accreditati, e l'attività che le Regioni stesse intendono promuovere nell'ambito del sistema". Lo afferma Gino Luporini, presidente della Fism (Federazione societa' medico-scientifiche italiane) in occasione del Forum Sanità Futura in corso a Cernobbio fino a domani, con un programma congressuale quasi interamente rovesciato per quanto riguarda le sessioni sull’ECM. Erano infatti previsti incontri con la Commissione Nazionale ECM che invece non compaiono più nel calendario dei lavori congressuali. A Cernobbio si parla di nuove tecnologie FAD, ma senza occasioni di dibattito e confronto con i provider e gli operatori della salute e senza affrontare il nocciolo della questione: l’avvio a regime della formazione a distanza ed il suo accreditamento ai fini ECM. “La FAD- dichiara il Presidente dell’ANMVI Carlo Scotti - è stata accolta da tutti gli operatori sanitari con grande favore per gli evidenti vantaggi operativi ed economici, ma esiste solo in via sperimentale. Questa fase doveva chiudersi al 31 dicembre 2004, ma così non è stato – prosegue Scotti- e la situazione oggi è che la fase sperimentale continua a tempo indeterminato, ma non permette il conseguimento di crediti validi ai fini del programma ECM. Il rischio- conclude Scotti- è che l’interesse per la FAD si esaurisca per inedia prima di entrare a regime”.
Continuando a ritenere infondato sul piano normativo l'obbligo dell'ECM per i liberi professionisti, l’ANMVI ha scritto al Ministro della Salute e alla Commissione Nazionale ECM sollecitando il superamento dei limiti normativi del sistema e delle sue oggettive difficoltà operative.