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STUDI DI SETTORE:RINVIATA LA REVISIONE

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Gli studi di settore dei professionisti potrebbero avviarsi verso un altro anno di monitoraggio. Questo significa che potrebbe essere decisa una proproga del periodo di applicazione sperimentale, come già avviene oggi, che non consentirà all'amministrazione finanziaria di utilizzare gli studi come strumenti di accertamento automatico dei redditi. La possibile apertura è stata annunciata al quotidiano ItaliaOggi da Giampiero Brunello, che oltre ad essere amministratore delegato della SOSE, la Società per gli studi di settore, è anche presidente della commissione di esperti. Cioè dell'organo che, investito del compitio di fornire un parere prima dell'approvazione definitiva degli studi, entro gennaio dovrà decidere se suggerire o meno all'Agenzia delle entrate di prolungare di un anno il monitoraggio. "I risultati cominciano ad esserci, grazie alla collaborazione dei professionisti", dice Brunello, e "sarà la commissione, prima di fine gennaio, a dire se ci sarà bisogno di un anno in più". Tutte le categorie professionali hanno sollecitato la commissione ad allungare i tempi della sperimentazione evidenziando discrepanze che non porterebbero a risultati affidabili e conseguenti correzioni che lo stesso Brunello ha ritenuto: " degne di considerazione, proprio perchè frutto dell'esperienza". Anche l'ANMVI, in rappresentanza del mondo professionale veterinario, aveva sollecitato il ministero e l'Agenzia delle entrate a sospendere l'applicazione degli studi di settore, o per lo meno rinviarne la revisione, evidenziando difficoltà applicative e la forte crisi che ha colpito questo settore. Carlo Scotti, Presidente dell'ANMVI, ha commentato con favore l'attenzione espressa dal presidente della Sose:" Avremmo preferito una sospensione applicativa degli studi al nostro settore ma già questa attenzione espressa da Brunello ci sembra molto importante. Il nostro è un settore decisamente in difficoltà e se una revisione si dovesse fare dovrebbe essere riducendo tutti i parametri applicativi, non aumentadoli come ha in mente il Governo per portare a casa più soldi". (Fonte: ItaliaOggi, 25 ottobre 2005)