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DELOGU:H5N1 PROBABILMENTE GIA’ IN ITALIA

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Secondo il ricercatore Mauro Delogu, del dipartimento di sanita' pubblica veterinaria e patologia animale dell'Universita' di Bologna “è altamente probabile che il virus H5N1 dell'influenza aviaria sia gia' arrivato in Italia seguendo le rotte degli uccelli selvatici migratori”. “Ma esso – sottolinea il ricercatore - sembra anche essere caratterizzato da un piu' basso livello di patogenicita' rispetto alla variante H5N1 rilevata in Asia.” Dall'oasi di Orbetello gestita dal WWF, l'esperto invita dunque a non fare allarmismi inutili circa il rischio di una trasmissione all'uomo del virus dei polli. “In questo momento, - spiega Delogu - il rischio per l'uomo e' nullo, anche perche' la possibilita' di contagio dall'animale selvatico all'uomo non e' assolutamente dimostrata''. Il problema, al momento, ha affermato e' ''strettamente di tipo veterinario ed il vero pericolo e' che il virus H5N1 passi dai migratori agli animali di allevamento, trasformandosi cosi' in un virus piu' aggressivo. Ma anche in questo caso - ha precisato lo specialista - si tratterebbe di un virus che riguarda la popolazione animale e non c'e' alcun segno che ci faccia pensare ad un processo di adattamento che possa rendere tale virus aviario capace di innescare il contagio da uomo a uomo''. Il pericolo e' dunque circoscritto anche perche', ha detto Delogu, il virus negli uccelli migratori tende ad avere e mantenere un basso livello di patogenicita'. In altri termini, ha ammonito l'esperto, ''si sta vivendo un'epidemia che al momento non esiste e non e' detto che esistera' mai''. Da oltre 12 anni l'oasi di Orbetello del WWF ospita una ricerca effettuata dall'Universita' di Bologna che studia l'adattamento e lo sviluppo dei virus influenzali aviari. Le ricerche, condotte appunto da Delogu, analizzano i sistemi di sopravvivenza del virus nell'ambiente e le modalita' di circolazione tra le specie selvatiche. I dati finora raccolti, ha concluso Delogu, ''ci dicono che la presenza del virus aviario di tipi H5 negli uccelli selvatici e' molto frequente, ma questo non rappresenta un pericolo per l'uomo''. In questi giorni, in seguito all’ordinanza ministeriale firmata da Storace che intensifica i controlli preventivi sulla fauna selvatica e sulla popolazione avicola domestica considerata a rischio di infezione, sono iniziati in Italia i primi esami su volatili sospetti. ''I dati che saranno raccolti - ha sottolineato Storace, nel corso di un incontro sulla Sanità organizzato ieri a Torino - saranno resi pubblici con la massima trasparenza”. Contro l' eccessivo allarmismo - ha aggiunto - ribadisco pero' che al momento l'infezione non e' arrivata in Italia, e che se anche dovesse arrivare, il virus attacca gli animali e non l' uomo. Il ritrovamento e l' esame di eventuali carcasse - ha rimarcato - non devono allarmare. Devono anzi essere visti come il segno che la legge sui controlli e' partita ed e' operativa''. ''Grazie alla serrata rete di controlli - ha detto ancora il ministro - possiamo dire che l' Italia non infettera' nessuno, bensi' sara' in grado di prevenire il diffondersi delle infezioni dagli altri paesi. Non voglio essere rassicurante, ma realista. Il sistema sanitario italiano e' gia' stato messo a dura prova in passato, e sempre ha saputo reagire''. Sempre oggi la Commissione europea decidera' se estendere il blocco delle importazioni agli uccelli selvatici e da compagnia a tutto il resto del mondo. (Fonte: ANSA)