Servono piu' fondi per combattere l'influenza dei polli, circa 100 mln di dollari da mettere insieme nei prossimi tre anni. La campagna mondiale per il controllo dell'influenza aviaria, infatti, sostiene la Fao, ''ha ricevuto sinora stanziamenti insufficienti, nonostante gli importanti contributi di alcuni Paesi''. E' giusto fare scorta di antivirali per proteggere gli esseri umani da una potenziale pandemia di influenza aviaria, ''ma allo stesso tempo non si dovrebbe trascurare di combattere il virus là dove ha origine, cioè tra gli animali'', afferma in una nota Joseph Domenech, responsabile del Servizio Veterinario della Fao.
''È essenziale che vi siano validi presidi veterinari a livello nazionale, per individuare con tempestività la malattia. Inoltre per lo scambio rapido e l'analisi di campioni di virus occorrono risorse aggiuntive. Solo così - dice l'esperto - si potrà evitare il diffondersi di nuovi focolai''. Nella 'Strategia mondiale per il controllo progressivo dell'Influenza aviaria altamente patogena' (avviata nel maggio 2005 dalla Fao e dall'Oie, in collaborazione con l'Organizzazione mondiale della sanità), per istituire programmi di controllo nei paesi del Sud-Est asiatico, si lanciava un appello per raccogliere oltre 100 milioni di dollari nei prossimi tre anni. Fino ad oggi, vi sono stati impegni di finanziamento per un totale di circa 16,5 milioni di dollari, così distribuiti: Germania (6 milioni di dollari), Svizzera (4 milioni), Stati Uniti (6 milioni) e Giappone (0,5 milioni). La Fao contribuirà con altri 2 milioni di dollari delle proprie risorse, e anche la Banca Mondiale e la Commissione Europea hanno annunciato che investiranno ampiamente nelle misure di controllo. ''Il sostegno dato sinora è eccellente, ma è soltanto un punto di partenza - avverte la Fao - a meno che non si traduca in ulteriori finanziamenti in favore dei Paesi colpiti, sarà difficile fermare il ciclo d'infezione animale che attaccherà i volatili il prossimo inverno''. Il propagarsi del virus tra gli animali di numerosi Paesi, che vivono in stretta vicinanza con gli esseri umani, ''continua a rimanere un grave fattore di rischio, che potrebbe innescare una pandemia - mette in guardia la Fao - Ma c'è ancora qualche possibilità di ridurre il livello di infezione prima dell'inverno, vaccinando il pollame. In paesi come il Vietnam - sottolineano gli esperti - è il solo modo di attenuare gli attuali livelli di infezione nel breve tempo a disposizione. Ciò comporta massicce vaccinazioni del pollame, specialmente nei piccoli allevamenti, dove gli animali vivono a stretto contatto con gli esseri umani''. (Adnkronos Salute)