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ORDINI, LA RIFORMA NELLA FINANZIARIA

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Il Sottosegretario di Stato Michele Vietti cambia Dicastero, ma non le competenze sulle professioni. Con il Berlusconi-bis, l’On Vietti è passato dalla Giustizia al Ministero delle Finanze, ma la delega sulla riforma delle professioni intellettuali è rimasta. Il MInistro Siniscalco, con provvedimento pubblicato in Gazzetta Ufficiale a luglio, gli ha infatti attribuito la delega per il “riordino e liberalizzazione delle professioni”. Conflitto di competenze? “ Le professioni - dichiara Vietti- non si possono più intendere come lo si faceva agli inizi del secolo scorso e cioè come corporazioni. Oggi hanno un significato economico e la competitività del nostro paese è determinata anche dall’ammodernamento dei loro sistemi". Richiamandosi a recenti dichiarazioni dell’ex Commissario europeo alla concorrenza, Mario Monti, sulla necessità di riformare il mercato italiano dei servizi, Vietti ha spiegato al quotidiano Italia Oggi: “ mi sembra che il problema non sia più dilazionabile, una riforma delle professioni ce la chiedono l’Unione Europea e gli stessi professionisti, ordini e associazioni non regolamentate che siano”. E rilancia il testo ( Vietti-bis) da lui approntato nel 2004, ampiamente condiviso ma bloccato dal Ministro della Giustizia Castelli che ha preferito inserire solo alcune norme nel decreto sulla competitività. “Un pasticcio” -ha commentato Vietti- “ la prossima Finanziaria su cui stiamo lavorando è davvero l’ultima occasione buona per ammodernare in parte il sistema delle professioni recuperando alcune parti dell’ultimo mio progetto”. Quali? Quelle sulle tariffe ( minime e massime sono messe in discussione), sull’aggiornamento professionale degli iscritti agli ordini ( da rendere obbligatorio) e sul riconoscimento delle professioni non regolamentate.