The Lancet riaccende il dibattito sull’efficacia delle medicine non convenzionali con uno studio che le paragona all’effetto placebo. Il Presidente della Federazione dei Medici,
Giuseppe del Barone invita a “non esagerare coi dubbi”. ''Cade in errore -ha dichiarato Del Barone - chi ancora oggi si ostina a considerare l'omeopatia una medicina alternativa. Dobbiamo invece parlare di medicina non convenzionale come stabilito nel Codice di Deontologia Medica, proprio perché non si sostituisce alla medicina allopatica ma ad essa si affianca, ampliando di fatto il ventaglio di scelte a disposizione del medico e del paziente. Nessun medico- aggiunge- anche il piu' convinto sostenitore dei trattamenti omeopatici, metterebbe mai da parte la medicina tradizionale che ha ottenuto importanti risultati in molte patologie gravi ed invalidanti. Credo sia opportuno garantire liberta' di scelta ai cittadini e liberta' professionale al medico, unico in grado di individuare i pazienti suscettibili di un beneficiale ricorso alle medicine e pratiche non convenzionali- conclude il Presidente della FNOM- come ad esempio l'agopuntura entrata a far parte dell'insegnamento universitario e sempre piu' praticata in ambito ospedaliero, vista la crescente richiesta da parte dei pazienti contati a centinaia di milioni nel mondo''.
Il
Comitato Permanente di Consenso e Coordinamento per le medicine non convenzionali in Italia, ha diramato una nota in cui si ricorda che il dibattito sulla validità della medicina omeopatica è in corso da lungo tempo e che gli studi condotti in materia non sempre hanno goduto del privilegio dell'imparzialità. Nella nota si si elencano studi e ricerche che conducono a considerazioni esattamente opposte e cioè che l'omeopatia ha un'efficacia superiore a quella del placebo. L’auspicio del Comitato è che le future iniziative scientifiche e legislative siano guidate dall'obiettività "superando il riduzionismo attuale".
''Oggi siamo in un regime di vacatio legis, ma forse stiamo per arrivare a un risultato''. Così l’On
Luana Zanella (Verdi), una dei diciannove firmatari del testo unificato della legge per la ''Regolamentazione delle medicine e delle pratiche non convenzionali'', annunciando che il testo sarà presto approvato dalla commissione Affari Sociali della Camera. ''Siamo soddisfatti perche' abbiamo raggiunto un'alta quota di consenso attorno a questo testo'', le fa eco
Gianni Vernetti, deputato della Margherita. Un testo bipartisan, frutto di compromessi e di una elaborazione lunga due anni, che ora si appresterebbe a finire il suo iter alla Camera in tempi molto ristretti, con la Finanziaria alle porte e alla scadenza della legislatura. Il relatore
Francesco Lucchese (Udc) e' ottimista: ''Siamo fiduciosi di arrivare all'approvazione della Camera entro l'anno''. Secondo l’on
Giuseppe Petrella, vice presidente della Commissione Affari Sociali della Camera e docente di Oncologia Chirurgica all'Universita' di Napoli, ''per i cittadini non esiste conflitto tra le due medicine: molti pazienti che fanno uso di medicine omeopatiche utilizzano anche farmaci allopatici, cioe' convenzionali”: e propone un vasto studio clinico italiano “ prospettico, randomizzato e dunque multicentrico”, che metta a confronto farmaci tradizionali con medicine omeopatiche e una legge di riordino dell' intero settore delle medicine non convenzionali come omeopatia e agopuntura. Anche il
Ministro Storace sollecita più regole per evitare le truffe e ha passato il caso al Consiglio Superiore di Sanità per avviare un’indagine scientifica “ufficiale”.
In Italia e nel mondo sono sempre di piu' coloro che fanno ricorso alla medicina non convenzionale. Oltre il 25% della popolazione europea si e' rivolta, almeno una volta all'anno, ad un tipo di medicina non convenzionale. In Italia gli utenti, secondo i dati Istat, sarebbero il 22% della popolazione, mentre arrivano a qualche migliaia gli operatori, medici e non. Sono quasi dieci anni che l'
Europa chiede agli stati membri di intervenire. Gia' nel 1997, il Parlamento Europeo sottolineava la necessita' di garantire ai cittadini ''la piu' ampia liberta' possibile di scelta terapeutica, assicurando loro anche il più elevato livello di sicurezza e di informazione''. Piu' di recente , il Consiglio d'Europa, il 4 novembre 1999, ha affermato la necessita' di un ''riconoscimento per le medicine non ufficiali''. Ma in Italia le uniche norme sulla materia sono state approvate solo da qualche Regione. ''La piu' completa - spiega Luana Zanella - e' quella della Toscana, che prevede anche ambulatori specializzati, e alla quale ci siamo ispirati per il testo nazionale''.