L’on. Gianni Mancuso ha presentato ieri, su richiesta dell’ANMVI, un’interrogazione parlamentare a risposta scritta al Ministro dell’Istruzione, dell’Università e della Ricerca in riferimento alla richiesta di razionalizzazione dell'offerta formativa universitaria in medicina veterinaria. Nell’interrogazione il collega parlamentare chiede di sapere: quali misure intenda adottare per conseguire una sensibile razionalizzazione dell’offerta formativa universitaria in medicina veterinaria, proporzionata al fabbisogno professionale ed alle esigenze del mercato occupazionale, attraverso una più approfondita consultazione con il Ministero della Salute; se non intenda porre in essere misure atte a scongiurare l’attivazione di ulteriori corsi di laurea di medicina veterinaria; se non intenda valutare una riconversione di alcune delle attuali facoltà di medicina veterinaria in scuole di specializzazione post-laurea più consone al fabbisogno di formazione specialistica richiesto dal mercato professionale.
L’interrogazione è originata dalla grave crisi economico-occupazionale della professione veterinaria: recenti indagini e analisi statistiche, condotte da autorevoli organismi rappresentativi della categoria medico – veterinaria italiana, si legge nell’interrogazione parlamentare, mettono in evidenza la grave crisi che questa professione sta attraversando. Un’indagine condotta dall’ANMVI, consultato un campione rappresentativo dei medici veterinari italiani che si occupano di clinica degli animali da compagnia, indica l’eccessivo numero di laureati in medicina veterinaria; Anche le conclusioni del citato Libro Bianco additano il numero di laureati fra le cause della contraddizione occupazionale, numero spropositatamente superiore al fabbisogno occupazionale e all’attuale domanda sociale di prestazioni veterinarie in tutti i settori. L’on. Mancuso ha sottolineato inoltre che nel provvedimento ministeriale (DM 1 luglio 2005) non si da adeguato riscontro alle indicazioni del Ministero della Salute che invitano ad avviare una riduzione delle immatricolazioni per la laurea specialistica in medicina veterinaria, ritenuto invece “di dover tener conto delle considerazioni espresse dal Ministero della Salute, ma di non trascurare neppure lo spazio europeo dell’istruzione superiore e la mobilità dei professionisti”.