Stato di allerta alto ma 'no' agli allarmismi. Cosi' il coordinatore del comitato scientifico della task force sull'influenza del Centro per il controllo delle malattie del ministero della Salute, Pietro Crovari, ha commentato la notizia della morte di tre persone in Indonesia a causa del cosiddetto virus dei polli. ''Dobbiamo attendere maggiori particolari poiche' di questi tre casi - ha detto Crovari - si sa ancora troppo poco''. Ad ogni modo, il fatto che il virus faccia la sua comparsa in Indonesia, dopo il Vietnam e la Thailandia, ha rilevato l'esperto, conferma che l'area asiatica e' particolarmente a rischio. Ma c'e' anche un altro aspetto che preoccupa gli epidemiologi: ''Ad oggi non esistono ancora prove scientifiche in merito, ma non si puo' escludere la possibilita', in particolari condizioni - ha affermato Crovari - di contagio da uomo a uomo''. Questo perche', ha concluso, ''stiamo osservando una sorta di cambiamento del virus H5N1, che sembrerebbe sempre di piu' adattarsi anche alla specie umana''.
Per uno dei tre casi di pazienti deceduti in Indonesia e' stato accertato il contagio da virus dei polli (H5N1). Lo ha confermato il direttore Salute e Ambiente di Oms Europa Roberto Bertollini, affermando che e' pero' ''altamente probabile'' che anche le altre due persone decedute abbiano contratto lo stesso virus anche se al momento manca ancora una conferma di laboratorio. Attualmente, ha spiegato Bertollini, ''si stanno esaminando attentamente le condizioni di vita dell'uomo e delle sue due figlie, tutti deceduti a seguito dell'infezione, per accertare in che modo l'uomo sia eventualmente entrato in contatto con animali infetti''. Inoltre, ha aggiunto, in Indonesia le autorita' sanitarie stanno tenendo sotto stretto controllo 315 persone entrate in contatto con l'uomo deceduto. Si tratta infatti di soggetti che potrebbero potenzialmente aver contratto il virus H5N1 dal paziente deceduto se risultasse confermata la possibilita' di trasmissione da uomo a uomo in condizioni particolari, evenienza che ad oggi non trova pero' alcuna evidenza scientifica. L'allarme, per ora, riguarda i paesi asiatici, ma Bertollini invita comunque a fare attenzione soprattutto se ci si reca in queste regioni per turismo: ''I primi consigli - ha detto - sono di mangiare solo cibi cotti, lavarsi spesso le mani ed evitare il contatto con animali o la sosta in luoghi in cui sono presenti animali liberi come ad esempio i mercati''. (ANSA)