Una coppia di molecole attive sulle tossine dell'antrace ha dimostrato di avere una buona efficacia preventiva contro la malattia. Questi i risultati di una sperimentazione appena conclusa su animali che Cesare Montecucco, del dipartimento di Scienze Biomediche dell'Universita' di Padova, ha anticipato a margine del 9/o simposio annuale della Fondazione Giovanni-Armenise Harvard in chiusura a Frascati. Anche se i due inibitori delle tossine, contrariamente a quanto sperato, non hanno che un blando effetto terapeutico, spiega Montecucco, non sono composti tossici, quindi si prestano per la profilassi preventiva della malattia, utile per persone che devono recarsi in ambienti a rischio, per esempio i militari. Ma le antitossine potrebbero anche essere utilizzate da persone esposte al Bacillus anthracis perche' lavorano a contatto con ovini, ovvero in ambienti dove il patogeno e' normalmente presente sul suolo. Qui, oltre a causare infezioni anche fatali ai capi di bestiame ovino e bovino (carbonchio), il bacillo puo' provocare nell'uomo la forma cutanea della malattia, meno grave di quella sistemica (antrace, che compromette la funzione polmonare) ma comunque importante. L'antrace e' un bacillo che si trasmette tramite spore che normalmente sono al suolo e quindi non sono pericolosissime per l'uomo che evidentemente non puo' respirarle, a meno che le spore non siano modificate volutamente si' da rendersi diffusibili nell'aria, come potrebbe avvenire in un attacco bioterroristico. Se inalate le spore finiscono nei polmoni dove non danno segno di se' fino a quando la malattia non e' gia' in uno stadio molto avanzato, troppo per porvi rimedio con gli antibiotici, perche' ormai le due tossine dell'antrace sono gia' entrate in circolo e gli antibiotici possono uccidere il batterio ma non hanno effetto sulle tossine. Invece le due molecole inibitrici, un estratto del te' verde (ECGC) gia' sperimentato su altre malattie e non tossico e un farmaco in uso contro l'epatite B, bloccano le tossine e nei primissimi esperimenti che Montecucco aveva avviato sui topolini nel 2004 lasciavano ben sperare nel controllo del decorso della malattia, quando gli antibiotici sono gia' inutili. ''Noi ci aspettavamo che le molecole cambiassero il decorso della malattia racconta Montecucco invece hanno mostrato di avere solo efficacia preventiva''. Ma questo e' gia' un buon risultato, afferma l'esperto, perche' a differenza degli antibiotici le antitossine potrebbero essere assunte anche per lunghi periodi senza avere effetti collaterali. Per una persona che vive per esempio in Sardegna, a contatto con ovini, dove non e' infrequente contrarre l'antrace cutanea (basta avere abrasioni sulla pelle) significherebbe evitare la malattia. Inoltre le antitossine potrebbero anche aiutare ad accorciare il decorso dell'infezione che di solito dura mesi. Ma certamente servono sperimentazioni ad hoc (per esempio utilizzando proprio un campione di pastori dei luoghi esposti) per stabilire se le antitossine sono veramente efficaci sull'uomo come sugli animali, fa notare Montecucco. E per avviare nuove sperimentazioni al momento in Italia non ci sono fondi a sufficienza dedicati alla ricerca sull'antrace, conclude Montecucco. (ANSA).