Sul testo unificato C.4444 Disposizioni per la lotta alle epizoozie ed a sostegno degli allevamenti, la Commissione Affari Sociali della Camera ha adottato ieri il parere “favorevole con condizioni” proposto dal relatore del provvedimento, On Gianni Mancuso. Anche a seguito dell’intervento in Commissione del Sottosegretario Cursi, l’articolo 2 del provvedimento dovrà essere corretto, prevedendo che i programmi di prevenzione controllo ed eradicazione delle malattie infettive del bestiame vengano “predisposti ed approvati dal Ministero della salute” e prevedendo che il Decreto del Mipaf che riconoscerà un credito d’imposta agli allevatori che hanno adottato i suddetti piani venga adottato di concerto con il Ministero della Salute.
Nel presentare il provvedimento, il relatore On Mancuso ha osservato che “la proposta non tiene conto che le strategie di lotta alle malattie cui si riferisce la L. 218/88, che si vuole modificare, devono essere predisposte e definite dal Ministero della Salute ed approvate dalla Commissione Europea e non possono essere lasciate all’iniziativa delle autorità sanitarie locali, né tantomeno dagli allevatori”. Inoltre “le misure previste nella proposta di legge, non tenendo conto delle diverse situazioni epidemiologiche esistenti sul territorio nazionale, potrebbero favorire la persistenza o la diffusione delle malattie (es: peste suina africana in Sardegna). L’On. Mancuso ha, inoltre, precisato che le norme sanitarie comunitarie e nazionali non prevedono discrezionalità da parte dell’allevatore ad impegnarsi ad “attuare misure volontarie di prevenzione ed eradicazione dei focolai di infezione”, bensì vi è l’obbligo ad eseguire i piani di controllo di prevenzione predisposti a livello nazionale dal Ministero della Salute. Pertanto per i motivi sopra esposti che confliggono con le competenze assegnate alla Direzione Generale della Sanità Veterinaria, il parlamentare- collega ha chiesto di coinvolgere il Ministero della Salute nella decisione di riconoscere agli allevatori che partecipano ai piani sanitari l’eventuale credito di imposta (art. 2). Allo stesso modo, ha concluso Mancuso “ non è accettabile che la copertura finanziaria della legge venga finanziata con risorse accantonate per il Ministero della Salute”.