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DOSSIER CUN 2008-2018

Pari opportunità: più donne fra i laureati, meno fra docenti

Pari opportunità: più donne fra i laureati, meno fra docenti
Il Consiglio Universitario Nazionale (CUN) ha approfondito il tema della parità di genere nel mondo universitario. Analisi e proposte.


Dai dati statistici relativi agli ultimi dieci anni emergono "le non poche difficoltà incontrate dalle donne nel mondo accademico". Il dossier diffuso dal CUN sulle pari opportunità nel mondo accademico fa emergere il "difficile raggiungimento di un pari livello di sviluppo della carriera" e le "particolari criticità in termini di popolazione femminile nelle aree scientifiche". In generale, la tendenza è di "un maggiore livello di precariato rispetto ai colleghi uomini".

Le conclusioni del Consiglio Universitario Nazionale sono nette: "l'Università non ha di fatto valorizzato appieno il potenziale delle donne e il valore aggiunto della coesistenza e della piena collaborazione di donne e uomini nelle attività di ricerca e di didattica".  Pertanto, si legge nel dossier "è giunto il momento di attuare, con determinazione, politiche di risoluzione della disparità di genere per giungere ad una reale uguaglianza".

Area 07 (Scienze agrarie e veterinarie) -In controtendenza l'Area che include le scienze veterinarie, ma solo per quanto riguarda i laureati. L'equilibrio di genere, faticoso ma soddisfacente nell'arco di un decennio, è rilevabile fra i Ricercatori, mentre fra i docenti universitari- associati e ordinari- resta prevalente la componente maschile.

Laureati- Nel periodo 2008-2018, i laureati dell'Area 07 si mantengono costanti rispetto alla numerosità della popolazione maschile, "segnando, invece, un lieve incremento nella popolazione femminile".

Ricercatori- Fra gli AR (Ricercatori a tempo indeterminato) si evidenzia una predominanza di donne (valutabile nel 20% nel 2008 e nel 30% nel 2018); anche fra gli RTD (Ricercatori a tempo determinato) si riscontra una pressoché uguaglianza di genere in entrambe le annualità, mentre per gli RTI (Ricercatori a tempo indeterminato) è visibile una iniziale predominanza maschile nel 2008 (pari a circa il 20%) che però si annulla completamente nel 2018.

Professori- Al contrario, la fascia dei professori associati (PA) nel 2008 evidenziava "una marcata predominanza maschile" che nel 2018 mostra solo una lieve flessione. La stessa lenta tendenza si riscontra nella fascia dei professori ordinari (PO) dove lo squilibrio è "decisamente più marcato" (oltre sei volte nel 2008 e oltre quattro volte nel 2018) con la componente femminile la cui numerosità è rimasta stabile nei dieci anni considerati, ma al di sotto del 50%.

Proposte- Per favorire o mantenere le pari opportunità nel mondo universitario, il CUN propone di promuovere politiche di orientamento mirate alle donne delle discipline che vedono una prevalenza maschile (e parimenti promuovere, tra gli uomini, la scelta di quei percorsi universitari che oggi vedono una prevalenza femminile); dal lato della carriera accademica, il CUN suggerisce di promuovere politiche atte a favorire una più precoce entrata in ruolo, ma anche incentivare congedi parentali per uomini e prevedere orari e organizzazione del lavoro che favoriscano la conciliazione dei tempi di vita con quelli del lavoro.

Nei bandi e nei gruppi di ricerca, il CUN suggerisce di introdurre il criterio della parità di genere e di assicurare pari rappresentanza nei luoghi decisionali (ad esempio Struttura di raccordo, Giunta di Dipartimento, Senato Accademico, Consiglio di Amministrazione) anche con misure di premialità agli Atenei che la attuano.
Anche la partecipazione agli eventi organizzati dall’Università (seminari, convegni, conferenze) dovrebbero considerare un maggiore equilibrio nella presenza di relatori e relatrici.

Analisi e Proposte sulla questione di Genere nel mondo universitario italiano