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ADDITIVI

Probiotici nei mangimi:una linea guida EFSA

Probiotici nei mangimi:una linea guida EFSA
L'Autorità europea per la sicurezza alimentare ha sviluppato delle linee guida pionieristiche per valutare la sicurezza dell'Enterococcus faecium.

Si tratta di uno dei più comuni probiotici impiegati nell'alimentazione animale. Nel documento contenente le linee guida viene presentata una nuova metodologia per distinguere ceppi di E. faecium sicuri per l'impiego nell'alimentazione animale da quelli potenzialmente nocivi.

Le linee guida sono rivolte ai produttori di additivi per mangimi che debbono presentare all'EFSA richieste di valutazione della sicurezza dei loro prodotti. Sinora, per far sì che l'EFSA potesse rilasciare una valutazione positiva della sicurezza degli additivi a base di E. faecium, i produttori di additivi per mangimi dovevano dimostrare l'assenza di alcuni marcatori genetici associati alla virulenza di tali batteri. In questo nuovo documento guida dell'EFSA viene esemplificata una nuova metodologia pratica per distinguere i ceppi sicuri di E. faecium dai ceppi clinici potenzialmente dannosi, basandosi sulla sensibilità dei batteri all'antibiotico ampicillina e sull'assenza di tre marcatori genetici associati a virulenza. In pratica ciò significherà una notevole riduzione del numero di test e dati che i produttori devono presentare all'EFSA come parte integrante della richiesta di autorizzazione di additivi per mangimi a base di E. faecium. Aumenta inoltre per i richiedenti la chiarezza dei criteri che l'EFSA applica per valutare la sicurezza dei prodotti.

Gli enterococchi sono batteri ben noti che si trovano in abbondanza nel tratto gastrointestinale sia degli animali che degli esserti umani. Vengono spesso usati nella produzione di additivi per mangimi come probiotici per prevenire l'insorgenza di diarrea o favorire la crescita degli animali. L'efficacia degli additivi per mangimi viene valutata dagli esperti dell'EFSA insieme alla loro sicurezza. Negli ultimi 20 anni alcuni ceppi di enterococchi infettivi e resistenti agli antibiotici, tra cui E.faecium, sono stati individuati in pazienti ospedalizzati. Assai raramente al di fuori delle strutture sanitarie gli enterococchi presentano rischi di infezione per l'uomo. (fonte: Efsa)