Tre veterinari multano stalla di un collega ma non segnalano il mancato pagamento: condannati a versare quei 18mila euro. Ammesso il ricorso in appello.
La Corte dei Conti ha deciso: due Veterinari Ufficiali e l'allora Direttore del Distretto dovranno versare quei fondi all'Ats Brescia.
I fatti- A novembre 2013 due veterinari dell’Ats Brescia avevano multato una azienda agricola di un collega veterinario, staccando quattro sanzioni amministrative per un totale di 18.498 euro. Le multe non vennero pagate. «Non hanno verificato il mancato pagamento nel termine di sessanta giorni e non hanno mai trasmesso il previsto rapporto all’ufficio preposto» scrive la Corte dei Conti regionale nella sentenza che li condanna per danno erariale a rifondere la medesima cifra all’Ats di Brescia. Condanna anche per il Direttore di Distretto dell'epoca.
La procura contabile- I verbali riguardanti identificazione e registrazione dei bovini e norme in materia di protezione dei vitelli erano a carico di una società agricola. Ci sono stati «Provvedimenti disciplinari conclusisi con la censura a carico di uno solo dei Veterinari Ufficiali», perché gli altri due nel frattempo sono andati in pensione. La procura contabile contesta la violazione dell’articolo 17 della legge 689/1981: «Qualora non sia stato effettuato il pagamento in misura ridotta, il funzionario che ha accertato la violazione» deve «presentare rapporto all’ufficio periferico».
La difesa - Oltre a invocare la prescrizione la difesa ha ricordato che le «Norme non ponevano in capo all’accertatore alcun obbligo di verifica del pagamento». «Una volta redatto e consegnato il verbale di accertamento» inserito nel software , «non avrebbe potuto seguirne le vicende e verificarne il pagamento». La difesa dell'ex Direttore di Dipartimento ha sottolineato che fino al 2016 l’accesso al software era riservato a un solo operatore. Ma i giudici contabili hanno tenuto conto di quanto riferito dall’Ats: «Altri veterinari avevano trasmesso il rapporto di competenza. L’adempimento- chiaro e inequivocabile dettato normativo -comportava un obbligo di attivazione, che prescinde dall’accesso diretto al sistema informatico».
La condanna- Quindi le condanna: dovrà pagare il 50% delle tre sanzioni da lei contestate e mai riscosse (quindi 7.700 euro); Salvalai il 50% della sanzione contestata e mai riscossa, (1.549 euro). Feltrinelli, in qualità di direttore del distretto, il 50% delle quattro sanzioni mai riscosse (9.249 euro). Tenuto conto della prescrizione dei crediti, le somme dovranno subire la rivalutazione monetaria dal 2019 ad oggi. Resta la possibilità del ricorso in appello. (fonte: Corriere della Sera- Edizione di Brescia)