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DATI E ANALISI

Psa in Sardegna: con perfetta endemicità alto rischio per suini sani

Psa in Sardegna: con perfetta endemicità alto rischio per suini sani
Elevata presenza di maiali sieropositivi (oltre il 75%) e contemporanea presenza del virus in 9 campioni. In pericolo le aziende regolari

Sono i  risultati dei test di laboratorio- diffusi oggi dalla Regione Sardegna-  sui campioni prelevati dai tre gruppi di 210 suini abbattuti lo scorso 8 dicembre nelle campagne di Arzana, Desulo e Orgosolo. Il picco di maggior criticità sanitaria è rappresentato dagli animali depopolati a Desulo dove oltre l’80% sono risultati sieropositivi e diversi casi virologici positivi. Gli abbattimenti sono avvenuti durante un intervento dell’Unità di Progetto per l’eradicazione della Peste suina africana in Sardegna.

La malattia  "non potrà essere eradicata se l’allevamento brado del maiale, praticato in forma illegale e al di fuori di ogni controllo sanitario, non viene superato"- commenta la Regione.  E i dati di laboratorio "confermano la necessità degli interventi di depopolamento effettuati nei giorni scorsi dalla Regione".

In questi territori i suini allevati allo stato brado rappresentano senza alcun dubbio il principale serbatoio del virus e una fonte di contagio non solo per gli altri suini ma anche per le popolazioni dei cinghiali selvatici. Questo è dovuto anche al fatto che i suini sopravvissuti all’infezione, per la particolare natura del virus che “si maschera” dentro l’organismo, possono fungere da portatori sani e diffusori del virus per diversi mesi e settimane (fino a 6 mesi). Pur sieropositivi quindi, a differenza di altre malattie infettive, non guariscono completamente, ma continuano a poter eliminare il virus e quindi a diffondere la malattia. La cosa più allarmante è tuttavia data dal fatto che questi animali non vengono controllati neanche per malattie potenzialmente letali per l’uomo come la trichinella, che in questi territori è presente anche nel cinghiale selvatico.

L’attenzione deve concentrarsi, prosegue la nota, sulla reale problematica legata alla convivenza di queste specie, domestiche e selvatiche, alle cattive abitudini radicate nel tempo e sulle attività illecite che non permettono neanche alle aziende regolari di poter svolgere la propria attività in modo ottimale e realmente competitivo. Difficile parlare, infatti, di prodotti locali genuini e venduti come tali, di animali sani allevati in maniera naturale se la garanzia per il consumatore non viene fornita prioritariamente da chi offre il prodotto e da chi continua in maniera illegale a tenere in ostaggio l’intera economia suinicola della Sardegna.

La sicurezza alimentare va garantita infatti su tutta la filiera e se questa inizia con una produzione primaria non sottoposta ai controlli ufficiali, difficilmente potrà fornire produzioni di qualità- conclude il notiziario della Regione.