Proposta della Lega in Commissione Sanità per ovviare alla carenza di professioni sanitarie: derogare, per cinque anni e in via sperimentale, al numero programmato. La Senatrice Maria Cristina Cantu' (Lega) ha proposto che l'accesso ai corsi di laurea a numero programmato "non avvenga mediante test e graduatoria nazionale". La proposta, sostenuta dal senatore leghista Carlo Doria, è stata avanzata in Commissione Igiene e Sanità del Senato in vista di possibili emendamenti al Decreto Covid. L'intento è di affrontare la mancanza di professionalità sanitarie messa in luce dall'emergenza sanitaria. E non solo.
Secondo la Senatrice Cantù, "occorrerebbe che- in deroga alla legge 2 agosto 1999, n. 264, l’accesso ai corsi di laurea in medicina e chirurgia, in medicina veterinaria, in odontoiatria e protesi dentaria, ai corsi di laurea magistrale delle professioni sanitarie"."non avvenga mediante test e graduatoria nazionale". La deroga sarebbe "sperimentale, per il quinquennio 2021-2026".
Secondo il Senatore Doria , "l'opportunità di prevedere un regime transitorio" si lega anche a criticità normative "acuite dall'impoverimento di larghi strati sociali, per effetto della crisi economica determinata dalla pandemia". In particolare- ha dichiarato in Commissione- "il test di ingresso alle facoltà di medicina e la conseguente formazione di una graduatoria unica a livello nazionale comportano, in molti casi, la necessità di iscriversi in università "fuori sede", precludendo l'accesso agli studenti privi di risorse".
"Il sistema della graduatoria unica - ha aggiunto Doria- crea problemi anche nell'ambito nella formazione post universitaria: gli specializzandi che seguono i corsi fuori sede, pur portando il valore aggiunto dello scambio tra esperienze diverse, tendono, una volta formati, a fare ritorno al proprio territorio d'origine, penalizzando le sedi di svolgimento della specializzazione".