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PENE E SANZIONI

Chiesti al Ministro Cartabia i dati sul maltrattamento animale

Chiesti al Ministro Cartabia i dati sul maltrattamento animale
Interrogati i Ministri Cartabia e Cingolani. L'On Spessotto denuncia una "insufficiente protezione normativa e giuridica" per prevenire e reprimere il reato di maltrattamento animale.

"Considerate le ripetute violazioni, la norma non sembra aver prodotto gli effetti deterrenti auspicati". Lo dichiara l'On Arianna Spessotto (M5S -Misto), in riferimento all'articolo 544-ter del codice penale, presentando due interrogazioni al Ministro della Giustizia Marta Cartabia sull'efficacia del vigente ordinamento nel reprimere il maltrattamento animale.

L'interrogante- che si rivolge anche al Ministro per la Transizione Ecologica, Roberto Cingolani-  chiede anche iniziative di prevenzione, dal momento che i ripetuti episodi di maltrattamento di animali "indicano carenze di cultura e di educazione al rispetto nei riguardi degli animali, ma anche insufficiente protezione normativa e giuridica". In particolare, la deputata attenziona il Governo sulla fauna selvatica, chiedendo di
intensificare i controlli anche sui siti web che diffondono metodi di costruzione di trappole vietate dalla legge.

Per misurare l'adeguatezza della norma repressiva,  l'On Spessotto chiede al Ministro della Giustizia che renda noti i dati riguardanti le pene inflitte negli ultimi 5 anni, rientranti tra i delitti punibili dall’articolo 544-ter del codice penale.

L'art. 544 ter del Codice Penale punisce "chiunque, per crudeltà o senza necessità, cagiona una lesione ad un animale ovvero lo sottopone a sevizie o a comportamenti o a fatiche o a lavori insopportabili per le sue caratteristiche etologiche". E' prevista la reclusione da tre a diciotto mesi oppure una multa da 5 fino a 30mila euro, sulla base di un inasprimento delle pene introdotto con la legge 4 novembre 2012, n. 201.
Le entrate derivanti dalle sanzioni pecuniarie sono assegnate al Ministero della salute e ripartite fra le associazioni o agli enti individuati dal Ministero della Salute. Entro il 25 novembre di ogni anno il Ministro della salute definisce la ripartizione delle somme.