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RISOLUZIONE EUROPEA

Broiler e AMR, l'Europarlamento chiede il parere di EFSA

Broiler e AMR, l'Europarlamento chiede il parere di EFSA
Gli eurodeputati sostengono il benessere animale anche come misura di prevenzione dell'AMR e chiedono approfondimenti scientifici.

La risoluzione  votata ieri a Strasburgo - e tutta  centrata sull'allevamento dei polli da carne-  chiede alla Commissione Europea una serie di misure che intrecciano obiettivi etici, sanitari e di mercato. Più benessere animale, meno antibiotici, più trasparenza in etichetta e quindi maggiore competitività sul mercato.

Ma la risoluzione del Parlamento Europeo chiede anche approfondimenti scientifici in fatto di antibiotico-resistenza. Fra le richieste del Parlamento Europeo, c'è l'invito a EFSA di formulare un parere su "prevalenza e i fattori di rischio per i ceppi resistenti agli antimicrobici di Campylobacter spp., Salmonella spp. ed E. coli con potenziale zoonotico".
Alla Commissione, inoltre, viene rivolto l'invito "a potenziare la ricerca e le migliori prassi in materia di resistenza antimicrobica".
Gli eurodeputati si dicono infatti "preoccupatii per l'aumento di agenti zoonotici multifarmacoresistenti che si riscontrano di norma nell'allevamento di polli da carne, quali Campylobacter spp. , Salmonella spp. ed E. coli".

Benessere animale- Il  benessere degli animali "funge da misura preventiva di per sé in quanto contribuisce a ridurre il rischio che gli animali contraggano malattie e, di conseguenza, limita il ricorso agli antimicrobici". Non solo: il benessere animale "consente di conseguire risultati di produzione spesso più elevati".
Il Parlamento Europeo  invita quindi la Commissione a elaborare politiche che incoraggiano l'adozione di sistemi di allevamento alternativi e a darsi una tabella di marcia per sostenere metodi di allevamento più competitivi e sostenibili di carni avicole.

Mercato UE ed Extra UE- Con circa sette miliardi di polli da carne macellati a fini alimentari, l'Unione europea è uno dei principali produttori di polli da carne a livello mondiale e impiega più di 250 000 persone;  in Europa vi sono 23 000 grandi allevamenti di polli da carne.
E tuttavia, la risoluzione sottolinea che sono aumentate le importazioni di carni di pollo da paesi dove vigono standard inferiori in materia ambientale, sociale, di sicurezza alimentare e benessere degli animali. Perciò l'Europarlamento  invita la Commissione a garantire che le carni di pollo come pure i prodotti e i preparati a base di carne importati siano prodotti conformemente agli standard dell'Unione e a rafforzare i controlli alle frontiere.

Paesi come Thailandia, Brasile e Ucraina - dai quali proviene complessivamente il 90 % delle importazioni da paesi terzi - sono stati tutti sottoposti ad audit dalla DG SANTE, la quale ha evidenziato "carenze significative a livello dei processi di produzione e del rispetto della legislazione dell'UE". Il 25 % dei petti di pollo consumati nell'Unione è importato da paesi terzi in cui vigono norme meno rigorose in materia di benessere degli animali; la maggior parte della carne di pollame importata è utilizzata nel settore dei servizi alimentari o nella trasformazione alimentare, dove le informazioni sull'origine della carne e l'etichettatura non sono obbligatorie;

Etichettatura- Affinchè i consumatori possano compiere scelte informate, la risoluzione chiede una legislazione europea sull'etichettatura obbligatoria dell'origine per la  carne importata nell'UE, i prodotti trasformati nel commercio al dettaglio, nel settore del catering e nella ristorazione.
Il metodo di etichettatura dell'UE per la produzione dei polli da carne - suggerisce la risoluzione - dovrebbe essere simile all'attuale sistema dell'UE per le uova.



Benessere degli animali, uso di medicinali antimicrobici e impatto ambientale dell'allevamento industriale dei polli da carne