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COMMISSIONE LAVORO

Equo compenso: per il Governo "criticità" nei disegni di legge

Equo compenso: per il Governo "criticità" nei disegni di legge
Non piace al Sen Maurizio Sacconi l'iniziativa dei Ministeri Giustizia e Affari Europei sull'equo compenso: intervento "irrituale" La sottosegretaria al Lavoro Franca Biondelli ha consegnato, ieri, alla Commissione Lavoro del Senato le posizioni degli uffici del Ministero della giustizia e del Dipartimento alle politiche e agli affari europei, "in cui si evidenziano criticità" sui temi in esame. La materia dell'equo compenso presenta risvolti interni, sotto il profilo giuridico e giuslavoristico nazionale, ma anche sul piano del diritto antitrust dell'Unione Europea.

Mentre non si conoscono ancora, le "criticità" sollevate dal Governo, in Commissione è emersa l'esigenza di acquisire le note governative e di richiedere anche il parere della Commissione Politiche Europee. Si tratta di valutare i profili di compatibilità fra il disegno di legge n. 2858, assunto come testo base, e il diritto dell'Unione europea, anche alla luce della giurisprudenza della Corte dell'Unione europea sui minimi retributivi dei professionisti.

Il Presidente di Commissione e relatore, Maurizio Sacconi, metterà a disposizione le note ministeriali "ancorché ciò sia irrituale", ha detto, rimarcando che il Governo non è chiamato a riportare "valutazioni tecniche delle proprie strutture serventi". Quanto alla 14° Commissione, non coinvolta dall'iter parlamentare, Sacconi ha fatto presente che essa "non ha poteri di certificazione formale e assoluta sulla congruità delle iniziative legislative con il diritto dell'Unione europea".

Il senatore Sacconi ha rinviato la discussione dopo aver illustrato un suo emendamento 3.0.1, in cui si incarica il Ministero per lo sviluppo economico di registrare, avvalendosi delle Camere di commercio e sentite le associazioni di rappresentanza, gli usi relativi ai compensi delle professioni non ordinistiche. "L'indicazione di tali usi permetterà di definire standard retributivi minimi, sotto i quali si dovrà presumere la nullità delle clausole contrattuali"- ha dichiarato. Si tratta - ha aggiunto- di una proposta "che non contrasta  con le norme in materia di tutela della concorrenza e del mercato, tanto più che alcune esperienze europee, come quella tedesca, prevedono a tutela dei professionisti parametri che non sono considerate in contrasto con il diritto dell'Unione europea".