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DIRETTIVA 88/2003

Orario e riposo dei dirigenti SSN: attenersi alla Direttiva

Orario e riposo dei dirigenti SSN: attenersi alla Direttiva
Accolto dal Governo l'impegno a rispettare la norma europea sul riposo e il limite settimanale dei dirigenti del SSN.

L'ordine del giorno dell'On Antonio Placido, votato dalla Camera e accolto dal Ministro Enzo Moavero Milanesi, impegna il Governo a dare piena attuazione alla direttiva n. 88 del 2003, "valutando come si possa tenere conto di tutte le contestazioni mosse dalla Commissione europea nella procedura di infrazione che si è aperta e, in particolare, sui periodi minimi di riposo giornaliero e sul tempo di lavoro massimo settimanale per il personale delle aree dirigenziali degli enti e delle aziende del Servizio Sanitario Nazionale (SSN)".

Il limite massimo settimanale di 48 ore (straordinari compresi) e il riposo giornaliero (11 ore su 24) sono disciplinati in Italia dal decreto legislativo n. 66 del 2003, in recepimento della normativa comunitaria, ma nel tempo sono subentrate modifiche. Con la Legge finanziaria 2008 (Governo Prodi) è arrivata una prima deroga sui riposi per il personale delle aree dirigenziali degli enti e delle aziende del Servizio Sanitario Nazionale (SSN); successivamente, con la legge n. 133 del 2008 (Governo Berlusconi), oltre alla normativa sul riposo è stata derogata anche quella relativa al limite massimo degli orari di lavoro, "in ragione della qualifica posseduta e delle necessità di conformare l'impegno di servizio al pieno esercizio della responsabilità propria dell'incarico dirigenziale affidato". La Legge 133 ha aggiunto che spetta alla contrattazione collettiva definire "le modalità atte a garantire ai dirigenti condizioni di lavoro che consentano una protezione appropriata ed il pieno recupero delle energie psico-fisiche".

Secondo l'Anaao-Assomed, l'Italia oltre ad aver derogato alle norme contenute nella direttiva Ue "ha creato una situazione per cui ogni regione ha scelto una propria strada, così in regioni come la Toscana o la Puglia vi sono norme che recepiscono la direttiva Ue e garantiscono le tutele ai lavoratori, mentre in altre tipo la Lombardia ciò non si verifica e i medici sono sempre più costretti a lavorare senza che sia tutelato il loro diritto al riposo".

La vicenda è stata denunciata alla Commissione europea che ha inviato all'Italia nell'aprile 2012 una lettera di messa in mora riguardante l'esclusione del personale medico e sanitario da alcuni diritti previsti dalla direttiva 88/2003/CE, che disciplina le tutele per tutti i lavoratori, e quindi anche per i dipendenti del SSN.

Nel maggio 2013 la Commissione europea ha trasmesso al Governo italiano anche un parere motivato nel quadro dei procedimenti di infrazione, chiedendo un riallineamento della legislazione italiana tale da rispettare il diritto dei medici e dei sanitari a periodi minimi di riposo giornaliero e limitare il loro tempo di lavoro massimo settimanale. Il Governo italiano aveva tempo fino al 29 giugno per rispondere alle osservazioni giunte da Bruxelles.

Il 31 luglio, nel corso della votazione della Legge Europea 2013, il Governo si è impegnato ad attenersi al dettato della Direttiva comunitaria.