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HOUSE OF LORDS

Brexit e animal welfare: UK rischia carenza di Veterinari

Brexit e animal welfare: UK rischia carenza di Veterinari
Dalla Camera dei Lords esce "un messaggio chiaro": i negoziati della Brexit dovranno mantenere gli attuali standard di salute e benessere animale.  
E' il commento del presidente della British Veterinary Association (BVA) Gudrun Ravetz alla relazione Brexit: farm animal welfare, pubblicata ieri dalla Camera dei Lords di Londra. Dalla relazione - frutto di una indagine conoscitiva avviata nel marzo scorso- emergono anche prospettive sul ruolo dei Veterinari Ufficiali al macello e in allevamento che preoccupano la BVA.

Standard di benessere e competitività degli allevatori britannici- La Camera dei Lords evidenzia che il  Regno Unito ha standard di benessere animale  "fra i più elevati al mondo" e che "c'è il sostegno del settore a mantenere questi elevati standard dopo Brexit". Il rischio che si vuole scongiurare è che i negoziati espongano l'allevamento britannico ad una condizione di concorrenza economica sfavorevole, a vantaggio di importazioni più economiche da Paesi che producono con standard inferiori a quelli inglesi.
La volontà del Regno Unito- prosegue la relazione- è di coniugare il mantenimento degli standard di protezione degli animali allevati  con l'obiettivo di  "diventare leader mondiale nel libero scambio", un connubio possibile data la priorità di acquisto che i consumatori accordano ai prodotti ad alto livello di benessere animale, anche a costi aggiuntivi.

"Dobbiamo fare in modo di non compromettere la qualità a scopo di risparmio ed evitare una corsa verso il basso degli standard di benessere"- fa notare Ravetz, che auspica che i negoziati per la fuoriuscita del Regno Unito dall'Unione Europea non mettano in discussione il benessere animale. "Un regime sostitutivo della PAC - secondo il Presidente della BVA dovrà mantenere il benessere degli animali, la salute degli animali, la sorveglianza delle malattie, la biodiversità e la gestione ambientale".

Gli Official Veterinarians e Veterinary Staff- Il settore agroalimentare britannico si affida molto a lavoratori provenienti da altri paesi dell'UE, come personale veterinario. La relazione evidenzia che nel Regno Unito si fa un "notevole affidamento" su cittadini dell'UE non britannici a ricoprire  posizioni veterinarie. La raccomandazione della relazione è che nel  post Brexit la filiera agro-alimentare  continui ad essere in grado di mantenere o reclutare personale qualificato.
Il presupposto di fondo è che il personale veterinario specializzato negli allevamenti, nei macelli e al trasporto svolge un ruolo fondamentale.  E che quando il Regno Unito avrà lasciato il mercato comunitario e l'unione doganale europea,  l'importanza delle certificazioni veterinarienon potrà che aumentare. Cionostante,

Per il  Presidente Gudrun Ravetz, ci sono "serie preoccupazioni circa una possibile carenza veterinaria post-Brexit in un settore da 100 miliardi di sterline per il quale non si deve rischiare nè la fiducia delle imprese e dei consumatori, nè la futura capacità di esportazione del Regno Unito".
"I veterinari ufficiali che lavorano nei macelli- dichiara Ravets-  proteggono e garantiscono i consumatori del Regno Unito certificando e supervisionando l'importazione e l'esportazione di animali e prodotti animali verso Paesi terzi". Pertanto, "una forza lavoro veterinaria forte  è assolutamente vitale per salvaguardare la salute degli animali, il benessere e la sanità pubblica ".

Non secondarie nel rapporto le conseguenze sulle politiche nazionali post Brexit del nuovo Regolamento europeo dei Medicinali Veterinari (che porrà le strategie antimicrobiche in chiave di competitività delle produzioni britanniche rispetto agli altri Paesi) e del nuovo Regolamento di Sanità Animale (che con le visite veterinarie obbligatorie porta un ulteriore vantaggio competitivo agli allevamenti europei).

In conclusione, "potrebbe esserci una grande necessità di veterinari dopo Brexit- afferma Ravetz che durante l'indagine conoscitiva aveva fatto presente che più del 90% dei Veterinari Ufficiali nel Regno Unito sono cittadini non UK, ma dell'Unione Europea. "Si tratta di persone che lavorano per la salute e il benessere dei nostri animali, soprattutto nei macelli. La percentuale deve allarmare, "perchè, senza questi Veterinari non UK, potrebbero non esserci abbastanza veterinari qualificati".