Pubblicati i risultati nazionali del primo anno di attuazione del sistema armonizzato di controllo ufficiale sulla resistenza agli antimicrobici previsto dalla Commissione Europea.
La
Decisione 2013/652/UE- prevedendo l’obbligatorietà del monitoraggio dei principali agenti zoonosici e commensali- ha reso il monitoraggio della resistenza agli antimicrobici, nella produzione primaria e lungo la catena alimentare, più rappresentativo ed affidabile rispetto agli anni precedenti. La
Relazione pubblicata dal Ministero della Salute condivide i risultati, riferiti all'anno 2014, con tutti gli attori coinvolti nel fenomeno della resistenza antimicrobica (Autorità competenti, medici veterinari, associazioni di categoria, ecc.) nel settore avicolo; l'obiettivo è di permetterne una piena conoscenza (tendenze e fonti) e fornire alle autorità decisionali informazioni necessarie per la sua gestione, controllo e prevenzione e per l’impostazione di efficaci strategie per un uso razionale e “prudente” degli antimicrobici. Ulteriore obiettivo della Relazione è anche di individuare particolari situazioni di criticità al fine di permetterne il superamento e favorire il miglioramento del monitoraggio della resistenza antimicrobica.
I risultati del monitoraggio- Per l’anno 2014, sono stati prelevati n. 1.271 campioni di intestino cieco. Il totale del numero di campioni di intestino cieco raccolti è risultato inferiore del 31,3% rispetto al numero totale programmato dal Ministero (n. 1.851) e del 25,2% rispetto a quello raccomandato dalla Commissione europea (n. 1.700). Ciò nonostante, è stato sufficiente ad ottenere la numerosità minima attesa di isolati (n. 170) da sottoporre a test di sensibilità antimicrobica per i polli da carne e una valutazione della prevalenza di AMR, con un’accuratezza sufficiente, per i tacchini da ingrasso (n. 156). Sono risultati idonei alle analisi n. 1.267 campioni di
intestino cieco sottoposti ad isolamento con i seguenti risultati:
• polli da carne (n. 709 campioni) - 12,69% di positività a Salmonella spp., 40,34% di positività a Campylobacter jejuni e 34,98% a Campylobacter coli, 95,40% positivi a E.coli5;
• tacchini da ingrasso (n. 558 campioni) – 26,16% di positività a Salmonella spp., 27,96% di positività a Campylobacter jejuni e 72,58% a Campylobacter coli, 93,95% positivi a E.coli;
• alte contaminazioni da E. coli produttori di ESBL/ AmpC (81,33% dei campioni provenienti da gruppi di polli da carne esaminati e 74,67% dei tacchini da ingrasso).
Complessivamente, il monitoraggio dell’antimicrobico-resistenza nella produzione primaria avicola, ha mostrato elevati tassi di multi-resistenza sia in isolati di E. coli che di Salmonella spp. ma nessuna resistenza ai carbapenemi.
Azioni future- Dall’analisi dei dati presentati risulta necessario rafforzare le azioni già in essere e intraprendere nuove iniziative per ridurre ulteriormente la pressione selettiva esercitata dall’uso dei vari agenti antimicrobici e contenere, quindi, il rischio crescente della resistenza.
Pertanto, sarebbe necessario:
• integrare il sistema di sorveglianza/monitoraggio con i dati provenienti anche dai controlli sui mangimi;
• rafforzare il monitoraggio di batteri provenienti dagli alimenti di origine animale prelevati in differenti fasi della catena alimentare (macello, dettaglio);
• migliorare la cooperazione con le autorità/organismi competenti in materia di sanità animale al fine di condividere le strategie di riduzione dell’uso di agenti antimicrobici, tra le quali è prioritario il miglioramento della salute e del benessere animale (protocolli di profilassi e di igiene, misure di biosicurezza);
• monitorare il consumo degli agenti antimicrobici veterinari lungo l’intera filiera.
Partendo da un dato di consumo di antimicrobici - calcolato nel periodo 2011-2013 -di circa il 18% (dato stimato UNAITALIA ) del venduto nazionale rispetto al dato ESVAC, la Relazioni ministeriale ricorda che il
Piano nazionale per l’uso responsabile del medicinale veterinario e per la lotta all’AMR (Antimicrobial Resistance), si prefigge di applicare tutti gli strumenti per sviluppare e consolidare un approccio preventivo che riduca, grazie al rispetto delle biosicurezze, del benessere animale, di programmi di aggiornamento formativo continuo degli operatori della filiera (allevatori, mangimisti, veterinari) e di campagne di vaccinazioni, il ricorso alle terapie farmacologiche con antimicrobici.
L’obiettivo fissato è la riduzione del consumo totale di antimicrobici del 15% nel 2015 e del 40% nel triennio successivo.
Il
Piano è stato sviluppato, su base volontaria, in collaborazione con l’Unione Nazionale Filiere Agro-Alimentari Carne e Uova (UNAITALIA).
Una filiera integrata come quella avicola, dall’allevamento fino alla distribuzione e alla vendita, passando per la riproduzione (incubazione) e per il mangimificio, permetterà l’applicazione degli indirizzi e delle decisioni riportate nel Piano e di ottenere dei risultati visibili nella lotta all’AMR.
La Relazione viene diffusa nella
Giornata Europea sull'Antibiotico-resistenza che da quest'anno, per la prima volta, si inserisce all’interno della “Settimana mondiale per l’uso prudente di antibiotici” (
First World Antibiotic Awareness Week), lanciata dall’Organizzazione Mondiale della Sanità (OMS) nell’ambito di una campagna il cui slogan è “Antibiotics: handle with care”.
Su questo tema è nata, dunque, un’alleanza formale tra l’Organizzazione Mondiale della Sanità (OMS), l’Organizzazione delle Nazioni Unite per l’Alimentazione e l’Agricoltura (FAO) e l’Organizzazione Mondiale della Sanità Animale (OIE) che ha dato vita alla Settimana mondiale sull'antibiotico-resistenza, organizzata dall’OMS.
In concomitanza con tale iniziativa, il Ministero della salute ha pubblicato la prima Relazione sulla resistenza agli antimicrobici dei batteri zoonotici e commensali.
RELAZIONE_MONITORAGGIO_SETTORE_AVICOLO.pdf950.32 KBRelazione sulla resistenza agli antimicrobici dei batteri zoonotici e commensali (Settore Avicolo)