Nuovi casi di PSA nei cinghiali della Toscana. Libere da restrizioni le zone dell'Emilia Romagna senza casi di malattia da dodici mesi. Nuovo regolamento europeo.
La Commissione Europea ha adottato il Regolamento di esecuzione (UE) 2025/448 per aggiornare le misure di controllo della peste suina africana (PSA), in riferimento anche alla Regione Toscana. Il provvedimento ridefinisce le zone soggette a restrizioni (I, II, III) in base all’evoluzione dell’epidemia, con l'aggiunta di nuove zone infette in Italia e per contro della rimozione di altre in Emilia Romagna (territori piacentino e parmense).
Focolai nel selvatico in Toscana - Nel febbraio 2025, diversi focolai di peste suina africana sono stati rilevati in suini selvatici nella Regione Toscana, in una zona precedentemente classificata come soggetta a restrizioni I. A causa dell’aumento del rischio, la Commissione Europea ha deciso di riclassificare l’area come zona soggetta a restrizioni II, ampliando le misure di contenimento. Il rischio di diffusione della malattia ha reso necessario un aggiornamento delle misure con l’obiettivo di rafforzare la biosicurezza e prevenire ulteriori contagi.
Miglioramenti in Emilia Romagna- Lo stesso Regolamento 2025/448 allenta le misure per alcune zone in Germania, Italia e Polonia dove la situazione epidemiologica è migliorata. In particolare, le zone della regione Emilia-Romagna in Italia, attualmente elencate come zone soggette a restrizioni I nell'allegato I del regolamento di esecuzione (UE) 2023/594, dovrebbero ora essere soppresse dagli elenchi di tale allegato, data l'assenza di focolai di peste suina africana in suini detenuti e selvatici in tali zone soggette a restrizioni nel corso degli ultimi dodici mesi.
Escono dall'allegato I (ZR1) le seguenti zone: nella provincia di Piacenza, i comuni seguenti: Besenzone, Caorso, San Pietro in Cerro, Cortemaggiore, Villanova sull'Arda, Monticelli d'Ongi
na; nella provincia di Parma, i comuni seguenti: Lesignano de' Bagni, Sora gna, Montechiarugolo, Fontanellato, Parma, Fidenza, Fontevivo, Langhirano, San Secondo Parmense, Traversetolo, Tizzano Val Parma, Palanzano, Neviano degli Arduini, Monchio delle Corti, Corniglio, Busseto.
La revoca delle restrizioni applicabili a queste zone infette, in base al regolamento delegato (UE) 2020/687 è possibile quando le informazioni epidemiologiche indicano che la popolazione selvatica pertinente non comporta più un rischio di introduzione di una malattia di categoria A negli stabilimenti che detengono animali delle specie elencate e il gruppo operativo non raccomanda di revocare le misure.
In base alle informazioni e alle giustificazioni fornite dall'Italia e tenuto conto dell'efficacia delle misure di controllo riguardanti i suini selvatici, la Commissione ha revocato le restrizioni, anche in considerazione della conformità delle misure nazionali con quelle stabilite nel codice sanitario per gli animali terrestri della WOAH (World Organisation Animal Health).
La peste suina africana (PSA) è una malattia virale infettiva che colpisce i suini detenuti e selvatici e può avere conseguenze gravi sulla popolazione animale interessata e sulla redditività dell'allevamento, perturbando i movimenti delle partite di tali animali e dei relativi prodotti all'interno dell'Unione e le esportazioni di tali partite verso paesi terzi. Le conseguenze principali sono: limitazioni più severe agli spostamenti di suini e prodotti suinicoli all’interno e all’esterno della zona; intensificazione delle misure di sorveglianza e abbattimento selettivo per limitare la diffusione del virus; maggior controllo sulla filiera suinicola per evitare il contagio negli allevamenti.
Regolamento_di_esecuzione_UE_2025448_della_Commissione_del_28_febbraio_2025
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