Le pratiche fraudolente nel settore alimentare possono comportare rischi per la salute pubblica. Nel 2018, i prodotti ittici sono stati i più sospettati di frode.
Scandali come la frode "olio di colza" ( 835 morti in Spagna nel 1981) fino al recente caso del fipronil nelle uova (2017) hanno attirato l'attenzione di tutto il mondo. Gli scandali alimentari non sono mancati negli anni intermedi: la diossina in Belgio, il latte alla melamina in Cina, la presenza non dichiarata di carne di cavallo nei prodotti di carne bovina basteranno a ricordare i più eclatanti casi di frode alimentare che hanno minato la credibilità dei mercati e delle autorità competenti.
La DgSante ha appena pubblicato un dettagliato rapporto delle frodi alimentari, evidenziando il paradosso di una Europa in cui i cibo "è più sicuro che mai, ma la fiducia del consumatore è bassa". Eppure, in Europa la lotta alle frodi alimentari si è strutturata fin dal 2013, con l'importante contributo dell'Italia, arrivando a ridisegnare l'approccio ai controlli ufficiali, ormai riformati in tutta l'Unione dal nuovo Regolamento.
Altro fattore di garanzia è la cooperazione fra Stati Membri in caso di frode alimentare (EU Food Fraud Network), che è andata intensificandosi fino a toccare le 234 richieste di mutua collaborazione che i Paesi dell'Unione ( più la Norvegia) si sono scambiati nel corso del 2018 per sospette frodi alimentari.
Al primo posto fra i prodotti "sospettati" figurano pesce e prodotti ittici; al secondo le carni e i prodotti a base di carni diverse dal pollame; al terzo grassi e olii e, al quarto posto alcolici e bevande. All'ultimo posto nella classifica degli scambi intercorsi per presunta frode, ci sono frutta e ortaggi. Per quanto riguarda i prodotti ittici, gli Stati Membri si sono soprattutto confrontati su sospette violazioni nei processi di produzione (es. sostituzioni o diluizioni di prodotto), mentre nel caso delle carni i sospetti si sono concentrati sulla documentazione e sulla etichettatura. In generale, il mislabelling è stato il principale (42% del totale) sospetto di frode alimentare per il quale gli Stati si sono rivolti allo EU Food Fraud Network.