Influenza A, parere EFSA sull’esposizione umana e dei suini

Il panel AHAW raccomanda di rafforzare il monitoraggio dei ceppi influenzali circolanti nei suini nell'UE.
Sulla scia dei casi segnalati negli Stati Uniti di infezione umana con origine suina (H3N2v), l'EFSA ha espresso un parere scientifico sui possibili rischi per la salute animale e umana. Quali le implicazioni di una potenziale diffusione? I suini giocano un ruolo importante nell'ecologia della malattia in quanto suscettibili all'infezione, per questo si è reso necessario stimare le probabilità di importare H3N2v nell'Unione Europea e l'esposizione all'infezione dei suini del territorio comunitario.

Nel primo caso, il panel dell'Efsa sulla salute e il benessere degli animali (AHAW) ha concluso che le possibilità sono "basse" e che un efficiente isolamento dei suini importati per un lasso di 30 giorni basti a ricondurre il rischio a livelli trascurabili; è invece "alta" la probabilità che l'H3N2v possa diffondersi in conseguenza di frequenti movimentazioni di suini tra aziende.

Oggi è possibile rilevare tutti i virus dell'influenza suina e individuare la comparsa di virus H3N2v. Tuttavia, quello del sequenziamento genetico non è un metodo ordinario nella UE; inoltre, studi sperimentali nei suini indicano che l'infezione è puramente di natura respiratoria e segue un decorso relativamente mite con febbre, tosse e inappetenza, simile a quello dei virus dell'influenza suina endemica.

Le immunità derivanti da vaccini europei offrono elementi di protezione contro l'infezione da virus H3N2v, ma vaccini basati su ceppi americani di H3N2 potrebbero dare una protezione superiore. Non è possibile prevedere quali cambiamenti all'interno virus H3N2v possano sviluppare proprietà pandemiche e pertanto non è ancora possibile impostare un monitorare specifico di tale rischio.

In conclusione il panel EFSA raccomanda di rafforzare il monitoraggio dei ceppi influenzali circolanti nei suini nell'UE.