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DIRETTIVA 2005/36/CE

Una tessera professionale europea anche per i veterinari

Una tessera professionale europea anche per i veterinari
Più facile e più rapido il riconoscimento della qualifica per chi eserciterà stabilmente o temporaneamente in uno Stato UE.
Un medico veterinario italiano sia automaticamente un medico veterinario europeo. Questo l'obiettivo della Commissione Europea che dal 2005 lavora alla libertà di stabilimento e di esercizio professionale negli Stati UE. Il processo di mutuo riconoscimento fra Stati Membri è approdato ieri ad una importante svolta, con l'approvazione della modernizzazione della Direttiva 2005/36 sulle qualifiche professionali. Le istituzioni europee hanno infatti raggiunto un accordo basato su un Libro verde che la Commissione ha pubblicato a giugno del 2011e sulla proposta dell'eurodeputato Bernadette Vergnaud: rendere più veloci e più semplici i passaggi amministrativi per il mutuo riconoscimento delle qualifiche professionali.

Si guarda anche ai risvolti occupazionali di questa modernizzazione, tesa a facilitare la mobilità dei professionisti, l'incontro su scala comunitaria della domanda e dell'offerta di prestazioni professionali qualificate, mettendo il professionista nella condizione di guardare a tutto il mercato europeo come ad un potenziale mercato professionale. La Direttiva-Qualifiche rende più snelle le procedure per chi desidera cercare lavoro in uno Stato Membro o avviare una nuova attività professionale al di fuori dei confini nazionali. Il pacchetto della modernizzazione ricade infatti sotto il Single Market Act.

Rilevante a questo scopo è la European Professional Card, un certificato elettronico che faciliterà il meccanismo di riconoscimento delle qualifiche (es. la qualifica di Medico Veterinario) fra Stati Membri. La carta elettronica sostituirà le attuali procedure di riconoscimento in caso di mobilità temporanea e accorcerà i tempi in caso di stabilimento presso un altro Stato dell'Unione. La Europea Professional Card viene proposta su base volontaria agli ordinamenti professionali che riterranno di adottarla

Alle professioni sanitarie (medici , veterinari, odontoiatri, farmacisti, infermieri) è richiesta una maggiore trasparenza sulla formazione continua ai fini del riconoscimento della qualifica e, al tempo stesso viene riconosciuta l'esigenza di forme di controllo dell'abuso di professione. In particolare, la nuova normativa prevede la creazione di un sistema di allerta rapido per la segnalazione di irregolarità che mettono a rischio la salute dei pazienti; ad esempio sarà impedito ai sanitari che non possono più esercitare la professione in uno Stato membro, di riprendere la propria attività in un altro.

Elementi chiave della modernizzazione

1. L'introduzione di una tessera professionale europea darà ai professionisti interessati la possibilità ottenere un riconoscimento più rapido e semplice delle loro qualifiche e dovrebbe favorire anche la mobilità temporanea. La tessera risponderà alle esigenze indicate dai professionisti (ad esempio, gli infermieri e le guide alpine hanno espresso un forte interesse per tale riconoscimento). La tessera professionale europea va di pari passo con un'ottimizzazione della procedura di riconoscimento realizzata all'interno dell'attuale sistema di informazione del mercato interno (IMI). Di fatto, si tratterà di un certificato elettronico che consentirà ad un professionista di offrire servizi o di stabilirsi in un altro Stato membro.

2. Un migliore accesso alle informazioni relative al riconoscimento delle qualifiche professionali: tutti i cittadini che chiedono il riconoscimento delle loro qualifiche professionali dovrebbero avere la possibilità di avere un unico interlocutore anziché dover fare la spola tra diversi organismi pubblici. Questo punto di riferimento dovrebbe essere rappresentato dagli sportelli unici, istituiti nel quadro della direttiva servizi, che consentiranno ai cittadini di ottenere informazioni in un unico punto di accesso sui documenti da sottoporre per il riconoscimento delle proprie qualifiche e che prevede anche la possibilità di optare per la procedura di riconoscimento online (sportello unico in Italia).

3. Aggiornare i requisiti minimi di formazione per medici, dentisti, farmacisti, infermieri, ostetriche, veterinari e architetti: l'armonizzazione dei requisiti minimi di formazione per queste professioni risale a 20-30 anni fa. I requisiti sono stati aggiornati per tenere conto dell'evoluzione di tali professioni e dei relativi percorsi formativi. Ad esempio, il requisito minimo di ammissione alla formazione per infermieri e ostetrici è stato aumentato da 10 a 12 anni di formazione scolastica generale.

4. L'introduzione di un sistema di allerta per gli operatori sanitari che godono del riconoscimento automatico: le autorità competenti dei singoli Stati membri saranno tenute a segnalare alle autorità preposte di tutti gli altri Stati membri i nominativi dei professionisti che lavorano in ambito sanitario cui è stato proibito di esercitare la propria attività professionale da un'autorità pubblica o un tribunale. Ciò è particolarmente importante perché in passato si sono verificati casi di medici che, a fronte del divieto di praticare nel proprio paese all'interno dell'UE, si sono trasferiti all'estero per esercitare la loro professione senza che altri Stati membri ne fossero a conoscenza.

5. L'introduzione di un quadro di formazione comune e di verifiche professionali comuni, che, in sostituzione delle piattaforme condivise, dovrebbero consentire di estendere il meccanismo di riconoscimento automatico a nuove professioni. Le professioni interessate potrebbero beneficiare di un riconoscimento automatico sulla base di un insieme condiviso di nozioni, abilità e competenze o di una verifica comune che valuti la preparazione richiesta per lo svolgimento di una data professione (test attitudinali).

6. Valutazione reciproca delle professioni regolamentate: la direttiva sulle qualifiche professionali introduce un nuovo sistema che, attraverso specifici requisiti di qualifica, garantisce una maggiore trasparenza e legittimazione delle professioni regolamentate. Gli Stati membri dovranno fornire un elenco delle proprie professioni regolamentate e giustificare la necessità di una regolamentazione. Dopodiché andrebbe effettuata una valutazione reciproca coordinata dalla Commissione europea.

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