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EDITORIALE DELLA SETTIMANA

Non e' un paese per vecchi....

Non e' un paese per vecchi....
In questi giorni e' stato dato grande risalto all'entrata in vigore del divieto di utilizzare animali per la valutazione della sicurezza dei prodotti cosmetici.

Di per sè è una non-notizia, bensì una delle tappe di un processo iniziato molto tempo fa con la Direttiva 76/768/CEE, fino alla emanazione del Regolamento (CE) n.1223/2009* sui prodotti cosmetici, che entrera' definitivamente in vigore dal 11 luglio 2013.

Il divieto di utilizzare animali per queste finalita' trova tutti d'accordo. Perche' testare sugli animali quelle sostanze che ognuno di noi utilizza tutti i giorni per finalita' meramente "estetiche" ovvero indirizzate a migliorare il nostro aspetto o semplicemente a tenerlo pulito. Soprattutto: perche' testarle sugli animali se esistono dei metodi alternativi? Beh, qui sta l'inghippo. L' 11 Marzo di quest'anno e' scaduta la proroga che consentiva l'utilizzo di animali per quelle prove per cui non sono disponibili metodi alternativi riconosciuti (Tossicologia per somministrazione ripetuta, tossicologia della riproduzione e tossicocinetica). In sostanza (e' questa la vera notizia), le Autorita' Regolatorie accettano l'immissione in commercio dei prodotti cosmetici che possano teoricamente provocare danno per gli aspetti sopracitati, anche se non esistono metodi alternativi riconosciuti per testare questo genere di rischio.

Tutto bene allora? Leggendo il testo del provvedimento si nota che non rientrano nell'ambito dei prodotti cosmetici i prodotti destinati ad essere ingeriti, inalati, iniettati o innestati nel corpo umano, siano essi specialità farmaceutiche e presidi medico-chirurgici. Come mai? Evidentemente nel caso di prodotti che non siano per solo uso esterno il rapporto rischio/beneficio e' piu' difficile da valutare in assenza di metodi validati. Quindi, quando si presuppone che il composto "entri" nell'organismo, il rischio aumenta ed e' necessario essere piu' prudenti. Gli utilizzatori di Botox o di protesi al silicone, spesso ospiti di trasmissioni televisive in cui si parla di sperimentazione animale, possono continuare a dormire sonni tranquilli: il nostro, non e' un paese per vecchi, bisogna almeno "sembrare" giovani.

Molti auspicano che, per analogia con quanto previsto dalla legge sui cosmetici, si possa vietare l'utilizzo di animali anche nella valutazione della sicurezza dei farmaci e in generale per le finalita' collegate alla ricerca biomedica.

Questo problema e' gia' stato affrontato, con le stesse modalita', in sede comunitaria. Dal dibattito e' maturata la Direttiva 63/2010, che avrebbe dovuto entrare in vigore il 1 gennaio del 2013. Questa norma, pur riconoscendo che non e' ancora possibile fare a meno dei modelli animali nel campo della ricerca scientifica, crea i presupposti perche' questo obiettivo possa essere raggiunto, attraverso il noto principio delle 3R (reduction, refinement, replacement). Purtroppo, per una serie di motivi che abbiamo gia' discusso in altre occasioni, il Parlamento italiano non e' riuscito ad approvare la Legge Comunitaria che avrebbe dovuto contenere al suo interno le indicazioni per il recepimento della norma specifica nel nostro ordinamento.


La maggior parte degli Stati Membri lo ha gia' fatto – Francia, Spagna, Regno Unito, Irlanda, Svezia, Austria, Danimarca. Altri, come l'Italia e la Germania, ancora no e stanno rischiando di incorrere in una procedura di infrazione per i ritardi nel recepimento. A chi giova questo ritardo? A prescindere dalle proprio convinzioni morali, sulla legittimita' di utilizzare animali per l'utilita' dell'uomo, esiste un punto su cui e' opportuno riflettere: se si vuole ottenere davvero la sostituzione dei modelli animali con metodi alternativi senza fare salti nel buio e' necessario definire e rispettare le regole del gioco. La regola e' stata proposta dalla Commisione, condivisa e approvata dal Parlamento e dal Consiglio europeo in modo da essere "uguale" per tutti gli Stati Membri.

Non si puo' che essere preoccupati nel vedere ancora rinviata l'applicazione di norme come la Direttiva 63/2013. In quella norma il ruolo dei veterinari e' di grande responsabilita' ma anche di estrema complessita' e delicatezza. Il mancato recepimento della Direttiva ci pone di fronte a questa situazione: e' difficile assolvere ai compiti previsti per legge, elaborare delle modalita' operative condivise, fare della formazione professionale specifica e lavorare in funzione dell'obiettivo da tutti auspicato.

Se si vuole davvero sviluppare dei metodi alternativi e validarli in confronto con quelli esistenti, non possiamo piu' permetterci ulteriori indugi: e' necessario lavorare duramente, ognuno con le proprie responsabilita' e le proprie competenze, perche' non vi e' alcun dubbio che l'obiettivo di sostituire l'utilizzo degli animali passa ancora attraverso il metodo scientifico.

Se non si accetta questa logica, il futuro e' gia' segnato: saremo sempre di piu' testimoni involontari di un declino culturale oltre che intellettuale.

Nel film dei fratelli Coen, lo sceriffo (Tommy Lee Jones), preso dallo sconforto per i cambiamenti che ha visto accadere nel suo Paese, decide che e' ora di andare in pensione. Ma purtroppo neanche questo lo risollevera' dall'amarezza del sentirsi totalmente inadeguato ai tempi e a un mondo che non ha saputo cambiare. Decisamente, non e' un paese per vecchi...


Massenzio Fornasier, Presidente SIVAL


*I cosmetici secondo il Regolamento CE n. 1223/2009
"prodotto cosmetico": qualsiasi sostanza o miscela destinata ad essere applicata sulle superfici esterne del corpo umano (epidermide, sistema pilifero e capelli, unghie, labbra, organi genitali esterni) oppure sui denti e sulle mucose della bocca allo scopo esclusivamente o prevalentemente di pulirli, profumarli, modificarne l'aspetto, proteggerli, mantenerli in buono stato o correggere gli odori corporei;
I prodotti cosmetici possono comprendere creme, emulsioni, lozioni, gel e oli per la pelle, maschere di bellezza, fondotinta (liquidi, paste, ciprie), cipria, talco per il dopobagno e per l'igiene corporale, saponi di bellezza, saponi deodoranti, profumi, acque da toeletta ed acqua di Colonia, preparazioni per bagni e docce (sali, schiume, oli, gel), prodotti per la depilazione, deodoranti e antitraspiranti, tinture per capelli, prodotti per l'ondulazione, la stiratura e il fissaggio, prodotti per la messa in piega, prodotti per pulire i capelli (lozioni, polveri, shampoo), prodotti per mantenere i capelli in forma (lozioni, creme, oli), prodotti per l'acconciatura dei capelli (lozioni, lacche, brillantine), prodotti per la rasatura (creme, schiume, lozioni), prodotti per il trucco e lo strucco, prodotti destinati ad essere applicati sulle labbra, prodotti per l'igiene dei denti e della bocca, prodotti per la cura delle unghie e lacche per le stesse, prodotti per l'igiene intima esterna, prodotti solari, prodotti autoabbronzanti, prodotti per schiarire la pelle e prodotti antirughe.