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RAPPORTO 2022

Libere professioni in Italia, Regioni in ordine sparso

Libere professioni in Italia, Regioni in ordine sparso
Disparità regionali tra i liberi professionisti. Confrprofessioni ne ha parlato con il Ministro per gli Affari Regionali per "calibrare al meglio le politiche di sviluppo su scala territoriale".

Presentata alla Ministra Maria Stella Gelmini la terza edizione dei Rapporti regionali sulle libere professioni. Confprofessioni ha presentato uno spaccato delle libere professioni del Paese, evidenziando diveristà e disparità territoriali. A cominicare dalla consistenza dei liberi professionisti, in calo a Nord come a Sud. Il Rapporto è stato presentato dalla Vicepresidente Claudia Alessandrelli e da una delegazione di presidenti regionali di Confprofessioni.

Le libere professioni in Italia stanno vivendo una fase di crisi vocazionale, con una contrazione numerica in entrata  e con prospettive di sviluppo diverse a seconda dei territori regionali di esercizio. La spinta all'esercizio di una  professione liberale prevale al Sud dove tuttavia la remuneratività resta al di sotto della media reddituale del Paese.

In calo
- Le regioni che hanno subito il calo più forte nel numero di liberi professionisti, tra il 2019 e il 2020, sono la Valle d’Aosta (-20,7%), la Calabria (-10,6%) e il Friuli Venezia Giulia (-9,2%).
In aumento- In alcune regioni, esclusivamente del Centro-Sud, il numero di liberi professionisti è cresciuto anche nella congiuntura segnata dal Covid-19. Si tratta di territori che il rapporto di Confprofessioni descrive come i meno colpiti dagli effetti della pandemia: Sardegna, Basilicata, Sicilia, Abruzzo, Puglia e Lazio.

Le regioni più "rosa"-  Le regioni che mostrano una composizione più equilibrata tra maschi e femmine sono Sardegna (41,0% libere professioniste), Lombardia (40,7% libere professioniste) e Lazio (38,6% libere professioniste). Al contrario le regioni che evidenziano il distacco più marcato tra uomini e donne sono Molise (26,3% libere professioniste), Abruzzo (29,1% libere professioniste) e Campania (29,4% libere professioniste).

Redditi sotto la media nazionale- Per quanto riguarda, infine, le differenze reddituali, tutte le regioni del Mezzogiorno e del Centro presentano valori minori della media italiana sia per i professionisti iscritti alla Gestione Separata Inps sia per i quelli iscritti alle Casse di previdenza private.

Dati e prospettive sono stati analizzati, il 1 giugno scorso, insieme alla Ministra Gelmini. «I Rapporti regionali nascono dall’esigenza di osservare il mondo delle libere professioni attraverso una fotografia fedele e aggiornata della realtà professionale in ciascuna Regione», ha spiegato la Vicepresidente Alessandrelli. «Sono pensati come strumento essenziale a disposizione delle classi dirigenti regionali per calibrare al meglio le politiche di sviluppo su scala territoriale, facendo perno sul mondo associativo e datoriale".

Rapporto regionale sulle libere professioni 2022