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NOTA UFFICIALE

Il Governo agli Ordini: nessun passaggio alle Regioni

Il Governo agli Ordini: nessun passaggio alle Regioni
Vertice a Palazzo Chigi con i rappresentanti di 28 Ordini professionali. Dal Governo rassicurazioni sull'autonomia differenziata e sull'equo compenso. Riformabile la riforma Lorenzin.

Nessun passaggio di competenze alle Regioni e volontà di trovare un punto di equilibrio sull'equo compenso sono due dei temi toccati nel corso dell'incontro che si è svolto ieri a Palazzo Chigi con i rappresentanti dei ventotto Ordini dei professionisti. La sintesi è del quotidiano economico Italia Oggi, sulla nota ufficiale emanata in proposito dal Governo.

Gli Ordini per l'interesse nazionale- Il Governo, rappresentato dal Sottosegretario alla Presidenza del Consiglio, Alfredo Mantovano, dal ministro del Lavoro Marina Calderone, dal ministro dell'Economia e delle Finanze Giancarlo Giorgetti, dal ministro della Salute Orazio Schillaci, dal viceministro della Giustizia Francesco Paolo Sisto e dal sottosegretario alle Imprese e al Made in Italy Fausta Bergamotto, ha ribadito l'attenzione nei confronti degli ordini professionali quali elementi qualificati e qualificanti del Sistema Italia, ognuno nella propria autonomia ma nel quadro comune della difesa dell'interesse nazionale.

Autonomia differenziata regionale- Il Governo ha chiarito che, in vista del confronto con le Regioni che hanno richiesto o richiederanno l'attribuzione di nuove funzioni, anche in materia di regolazione delle attività professionali, intende muoversi in linea con la giurisprudenza costituzionale consolidata. Pertanto, è stato precisato in una nota, alle Regioni non sarà devoluta la competenza in merito all'istituzione di nuovi albi professionali, mentre resterà ferma per le stesse la possibilità di costituire albi meramente ricognitivi o di comunicazione e di aggiornamento che riguardano professioni già riconosciute dalla legge statale.

Riforma delle professioni- I rappresentanti dei professionisti hanno portato all'attenzione del Governo l'opportunità di valutare i margini per aggiornare le regole e gli ordinamenti degli ordini, a tredici anni dalla riforma delle regole di accesso alle professioni regolamentate avvenuta a opera del decreto legge 138/2011 e poi con il Dpr 137/2012.

Equo compenso- Il Governo ha intenzione di trovare un punto di equilibrio sull'equo compenso, che consenta di garantire la giusta retribuzione ai professionisti che ricevono incarichi dalle pubbliche amministrazioni, nonché del nuovo Codice degli appalti pubblici e della possibilità di introdurre forme di tutela per gli esercenti le professioni sanitarie in relazione alle norme penali.

I singoli ministeri vigilanti attiveranno tavoli tematici specifici per approfondire il confronto sulle altre istanze proposte dai rappresentanti dei professionisti.

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