Il prossimo riparto finanziario dovrà basarsi sulla effettiva presenza delle specie invasive nei territori. Lo chiedono le Regioni a cui spetta l'adozione dei programmi di monitoraggio
Sul riparto del Fondo per il controllo delle specie esotiche invasive "non è stata raggiunta una posizione condivisa all’unanimità". La Conferenza delle Regioni ha chiesto al Governo l'impegno a ripensare il prossimo riparto, alla luce delle rendicontazioni di queste prime risorse finanziarie. In vista di nuovi riparti, le Regioni chiedono al Ministero della Transizione Ecologica di "definire criteri più rispondenti alle condizioni effettive di presenza e diffusione delle specie interessate, anche in base ai monitoraggi effettuati dal MiTe"
Il Fondo per il controllo delle specie esotiche invasive è stato istituito dalla Legge di Bilancio e ha una dotazione finanziaria di 5 milioni di euro per ciascuno degli anni 2022, 2023 e 2024. L'obiettivo è di "dare concreta attuazione alle seguenti azioni: - rilevamento precoce ed eradicazione rapida della comparsa ( o ricomparsa) sul territorio regionale di esemplari di specie esotiche invasive di rilevanza unionale o nazionale - gestione degli esemplari di ampia diffusione, per renderne minimi gli effetti sulla biodiversita', sulla salute pubblica, sulla sanita' animale, sul patrimonio agro-zootecnico e sull'economia.
E' disponibile l'elenco delle specie invasive di rilevanza unionale (tali da richiedere un intervento concertato a livello di Unione). L’Italia non ha ancora adottato un elenco di specie di rilevanza nazionale. Secondo dati dell'Ispra, in Italia ci sono 123 specie di mammiferi: 1 su 8 è aliena. Fra i pesci di acqua dolce (127 specie) è aliena 1 specie su 2.