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LE AREE A RISCHIO

West Nile, Dgsaf: verifica delle attività di sorveglianza

West Nile, Dgsaf: verifica delle attività di sorveglianza
Il Ministero della Salute (Dgsaf) aggiorna sulla circolazione del virus West Nile in Italia. Classificazione del rischio. I compiti delle Regioni e degli IZS.


La Direzione Generale della Sanità Animale e dei Farmaci Veterinari (Dgsaf) aggiorna gli Assessorati alla sanità e gli IZS con i dati più aggiornati sulla circolazione in Italia del virus della West Nile. I dati, riferiti al 2021, sono stati elaborati dal CESME (Centro di Referenza Nazionale per lo studio e l'accertamento delle malattie esotiche degli animali). La nota ministeriale dettaglia le unità geografiche di riferimento e le mappe relative alle Aree a rischio di trasmissione:  Alto (AR); Basso (BR); e Minimo (MR).

Nell'allegato 1 sono riportate le aree ad alto rischio, tra le aree ad alto rischio sono incluse tutte le Regioni colorate nella foto allegata.
Nell'allegato 2 sono contenute le aree a basso rischio come la Liguria (Imperia, Savona), Toscana (Prato), Lazio (Frosinone, Rieti), Umbria (Terni), Marche (Pesaro e Urbino, Ascoli Piceno), Abruzzo (Teramo, Pescara, Chieti), Molise (Campobasso, Isernia), Campania (Benevento, Avellino, Salerno) Puglia (Foggia, Bari, Taranto, Brindisi, Lecce barletta-andria- Trani), Calabria (Cosenza, Catanzaro, Reggio di Calabria, Crotone, Vibo Valentia).  
Nell'allegato 3  sono riportate le aree a rischio minimo.

La West Nile Disease è una malattia "rilevante" nell’ ambito della salute pubblica, pertano sussiste "la necessità di verificare l’impatto delle attività di sorveglianza" effettuate, in base alla classificazione del rischio (alto, basso, minimo) prevista dal Piano Nazionale Arbovirosi (PNA).

La Direzione ministeriale ribadisce che ogni Regione e Provincia Autonoma ha l'onere di rimodulare il piano di sorveglianza territoriale. Agli Istituti Zooprofilattici compete invece il compito di registrare e comunicare al Centro di referenza (CESME) "tutta l’attività diagnostica effettuata dagli stessi Istituti nell’ambito della sorveglianza attuata nelle diverse aree di rischio di trasmissione del virus".
Gli IZS devono anche verificare la trasmissione di tutti i dati derivanti dall’attività diagnostica eseguita nell’ambito del Piano Nazionale integrato, mensilmente durante il periodo di circolazione vettoriale e trimestralmente durante il resto dell’anno.

Il Piano Nazionale di prevenzione, sorveglianza e risposta all'Arbovirosi (PNA) si applica alla sorveglianza delle arbovirosi, con particolare riferimento ai virus: West Nile, Usutu, Chikungunya, Dengue, Zika inclusa la sindrome congenita, al virus dell’encefalite virale da zecche e al virus Toscana. Il PNA estende la sorveglianza a livello nazionale alle specie di zanzare invasive e al monitoraggio delle resistenze agli insetticidi.

pdfNOTA_DGSAF_AREE_A_RISCHIO_ARBOVIROSI.pdf357.08 KB

Allegato 1_WND_2022
Allegato 2 WND 2022
Allegato 3 WND 2022