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AREZZO

Lyssavirus: finita l'emergenza ma non la vigilanza

Lyssavirus: finita l'emergenza ma non la vigilanza
E' finita con anticipo l'emergenza Lyssavirus, con il ricalcolo dei giorni di quarantena cautelativa disposti dal Sindaco di Arezzo. Vigilanza dal canile a domicilio.


Sono in via di consegna ai proprietari i cani che erano stati sotto osservazione sanitaria in base alle ordinanze del Sindaco di Arezzo, emanate a giugno dopo il rarissimo caso di Lyssavirus in un gatto. Lo riferisce il quotidiano La Nazione. Fra i cani rimasti ancora in isolamento  ci sono il cane che conviveva con il gatto morto per Lyssavirus ma anche soggetti sprovvisti di microchip e non reclamati da nessun proprietario per i quali l'Enpa- che gestisce il canile in cui si trovano gli animali- auspica la dichiarazione di adottabilità.

Il 12 agosto il sindaco Alessandro Ghinelli, in accordo con il servizio veterinario della Asl, ha revocato in anticipo l'ordinanza che prevedeva il sequestro degli animali della proprietaria del gatto infetto e il contestuale affidamento in custodia presso il Canile comunale "o altra idonea struttura equipollente". E' scaduta anche l'ordinanza che che prevedeva un periodo di osservazione (sei mesi riducibili a due se sottoposti ad antirabbica) anche per i cani vaganti accalappiati, "con addebito delle spese agli stessi possessori" (qualche centinaio di euro secondo quanto riportato da La Nazione) per il ricovero in canile. Scaduta, infine, anche l'ordinanza che estendeva ai gatti di colonia e di proprietà misure cautelative urgenti. Il provvedimento bloccava anche le sterilizzazioni, le catture, le cure sanitarie alle colonie feline. L'Enpa auspica la loro ripresa.

Fine anticipata dell'emergenza- Era stato il Dipartimento di prevenzione veterinaria della Usl Toscana sudest a valutare con il Primo Cittadino l'esigenza di emanare provvedimenti contingibili ed urgenti, in osservanza del Regolamento di Polizia Veterinaria. Anche la revoca anticipata delle prescrizioni per il contenimento di infezione rabida ha tenuto conto di una nota dello stesso Dipartimento, a sua volta basata su indicazioni del Centro di referenza nazionale per la rabbia circa l'ultima data di possibile contagio: l’ultimo giorno in cui l’animale ha avuto accesso ad ambiente esterno non confinato e in assenza dei proprietari o dei veterinari curanti. Tale data è da identificarsi nel giorno di sabato 13 giugno, cioè quando il gatto infetto da Lyssavirus è stato trasferito da Arezzo alla clinica veterinaria  dove l’animale è rimasto fino alla morte. I termini di scadenza dei provvedimenti per il contenimento dell’infezione sono stati ricalcolati, con scadenza anticipata al 12 agosto, 15 giorni prima del previsto.

L'osservazione veterinaria continua- Per i cani catturati nel periodo tra il 27 giugno e il 13 agosto è stato comunque ritenuto necessario un periodo di osservazione di 6 mesi. Le richieste al sindaco di completare il periodo di osservazione veterinaria presso le abitazioni dei proprietari anziché nel canile, saranno, su richiesta del comune, prese in considerazione singolarmente dal Servizio veterinario della Asl in modo da accertare se ricorrano le condizioni di sicurezza per il cane, per gli altri animali eventualmente conviventi e per i proprietari stessi.

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