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IL DOCUMENTO

COVID-19, Lincei: ostacoli alle ricerche sul vaccino

COVID-19, Lincei: ostacoli alle ricerche sul vaccino
L'Accademia dei Lincei fa il punto sulle ricerche internazionali e denuncia: i ricercatori italiani "tagliati fuori" dalle ricerche per il vaccino anti COVID-19.


La ricerca di trattamenti efficaci nell’uomo contro il coronavirus SARS-CoV-2,"non sarà né semplice né rapida". Lo spiega la Commissione Salute dell'Accademia dei Lincei in un documento firmato da Silvio Garattini, Jacopo Meldolesi e Stefano Schiaffino. I tre ricercatori sostengono che lo sviluppo nuovi farmaci sia ostacolato dal decreto legislativo 26/2014, una norma, dicono,  che "taglia fuori la ricerca e la tecnologia italiana dall’impegno scientifico e sociale di difendere l’uomo dall’infezione COVID-19".

La richiesta- al Governo e al Parlamento è  quindi di "eliminare definitivamente, senza ulteriori moratorie, sia la burocrazia che i divieti assurdi" . E’ infatti essenziale - si legge nel documento- che i ricercatori italiani possano partecipare, con gli stessi diritti dei loro colleghi europei, alla corsa della ricerca per scoprire farmaci e vaccini contro il COVID-19 e contro altre malattie per cui non si è ancora trovata una cura".

A che punto sono le ricerche- Gli studi iniziali condotti per il COVID-19 nel topo, l’animale più frequentemente usato per lo sviluppo di nuovi farmaci, "non hanno fornito risultati positivi". Infatti i topi, una volta infettati con il virus, non sviluppano una polmonite analoga a quella dell’uomo. Per questo la comunità scientifica internazionale ha iniziato prove con altri animali, inclusi quelli costosi come i furetti e le scimmie. Diverso è il caso dei  topi transgenici, "modelli sperimentali molto utili per l’analisi preventiva dei farmaci o per altri trattamenti del COVID-19"- spiegano gli Accademici. Non si tratta nemmeno di un approccio innovativo: "esiste già una grande varietà di topi geneticamente modificati utilizzabili per ricerche".

La legge nazionale- Tuttavia in Italia questi studi sarebbero preclusi dal recepimento nazionale della Direttiva Europea (2010/63), attuato con il decreto 26/2014, che "ha introdotto una burocrazia pesantissima e la proibizione di specifici esperimenti. Fino ad oggi interventi del Governo hanno temporaneamente sospeso alcuni aspetti del Decreto. Questa sospensione, però, scadrà alla fine dell’anno. Al momento, quindi, non è possibile anche solo programmare esperimenti che durino più di alcuni mesi".

Prima di poterlo usare nell’uomo, ricorda il documento, "bisogna dimostrare che un nuovo farmaco o vaccino induca l’effetto richiesto di terapia senza indurre tossicità".

Documento integrale
"La sperimentazione sugli animali è necessaria nella battaglia contro il coronavirus",