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RAPPORTO SEMESTRALE

ISMEA: carne bovina in calo, meno capi allevati e macellati

ISMEA: carne bovina in calo, meno capi allevati e macellati
Nell'ultimo rapporto dell'ISMEA, le dinamiche della domanda e dell'offerta di capi e di prodotti. Flessioni in allevamento, macellazione e acquisti.


L’offerta nazionale di carne bovina nel primo semestre 2019 risulta in contrazione rispetto allo stesso periodo dello scorso anno. Lo dice l'ISMEA, l' Istituto di Servizi per il Mercato Agricolo Alimentare, nell'ultimo rapporto sul comparto nazionale del bovino da carne.

Macellazione e produzioni in calo   La riduzione del numero di capi macellati (-1,6%) si è tradotta in flessioni superiori al 3% in termini di carne prodotta. Le maggiori perdite  (rispetto al numero dei capi) sono da ascriversi alla mutata composizione dell’offerta: nei primi sei mesi risultano infatti macellati, rispetto al precedente anno, un maggior numero di capi femmina e giovani ossia più leggeri (manze +1,4% e vitelli +1,7%) e meno capi pesanti (vacche -5,1% e vitelloni -2,3%).

Gli acquisti di carne- Sul fronte della domanda, l'ISMEA registra una lieve ripresa degli acquisti (+0,6% in volume). A trainare gli acquisti sono le carni di vitello che grazie alla maggiore disponibilità sono stati maggiormente presenti sugli scaffali determinando incrementi di 1,4 punti percentuali sull’analogo periodo del precedente anno.
In flessione invece le vendite di carni di bovino adulto, per le quali però i prezzi medi tendono ad innalzarsi grazie alla presenza in assortimento di referenze a più alto valore. Le migliori performance si confermano ancora una volta quelle per le carni di scottona che nell’arco temporale analizzato registrano incrementi di oltre 20 punti percentuali sia in valore che in volume, con prezzi in costante crescita, sempre più vicini a quelli del vitello.

Trend di contrazione generale in tutta la UE- I dati Eurostat sulle consistenze bovine al mese di giugno confermano un trend di contrazione per la mandria di vacche nutrici in tutti i Paesi Membri ad eccezione della Polonia. Questo significa preventivare un minor numero di vitelloni maturi nei prossimi mesi.
Intanto la produzione di carne bovina a livello europeo segna già una flessione dello 0,8% (in volume) risultato dei trend differenziati tra i diversi Paesi Membri.
In linea generale dai dati emerge che si sono ridotte le produzioni, oltre che in Italia, anche in Polonia (-4,7%) e Francia (-2,8%), mentre sono aumentate le macellazioni in Irlanda e Spagna. Determinante per il mercato europeo è stata la chiusura del mercato Turco per i capi vivi.

Ristalli dalla Francia - Aumentano le importazioni dei ristalli francesi.Nei primi sei mesi del 2019 le importazioni di capi da ristallo sono in aumento del 2,8% rispetto al 2018. A favorirne l’ingresso da oltr’Alpe non solo la fiducia nel mercato dei prossimi mesi quanto un livello di prezzo relativamente contenuto.

Meno animali allevati- Nel complesso l’offerta in questa prima metà del 2019 oltre che ridotta in termini quantitativi risulta composta di una minor quota di animali allevati in territorio nazionale, in quanto al minor numero di capi macellati si aggiunge l’aumento delle importazioni di capi vivi destinati alla macellazione (circa 79 mila capi, oltre 6000 capi in più rispetto al 2018 pari all’8,6%).

Le macellazioni di vacche da latte sono state abbastanza moderate in tutta Europa, il che non ha precluso la pressione sui prezzi. Dai dati Istat relativi al primo semestre ne risultano avviate al macello quasi 13.000 in meno rispetto al primo semestre 2018.  Per queste i corsi non sono però riusciti a recuperare i livelli dello scorso anno, rimanendo su livelli inferiori per tutto l’arco temporale del 2019.

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