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RAPPORTO ISPRA 2019

Rifiuti speciali, i dati del settore sanitario e veterinario

Rifiuti speciali, i dati del settore sanitario e veterinario
Nel Rapporto nazionale ISPRA sui rifiuti speciali, quelli del settore sanitario e veterinario si collocano ai livelli più bassi per quantità prodotte e smaltite.

L'ISPRA (Istituto Superiore per la Protezione e la Ricerca Ambientale) ha pubblicato il Rapporto Rifiuti Speciali 2019. Il Rapporto fornisce i dati sulla produzione e sulla gestione dei rifiuti speciali -non pericolosi e pericolosi-  a livello nazionale e locale. I dati sono riferiti al 2017.

I rifiuti speciali del settore sanitario e veterinario- Nella classificazione dei rifiuti speciali, l'ISPRA si è attenuto alla elencazione europea (EER) dei rifiuti che individua 20 Capitoli/Settori e accomuna, nel "Capitolo 18", quelli prodotti dal settore sanitario e veterinario.

Bassi produttori di rifiuti- Nella classifica dei 20 Capitoli/settori analizzati dal Rapporto, il Capitolo riferito al settore sanitario e veterinario presenta i valori più bassi per produzione e impegno gestionale. Nel 2017, rispetto all'anno precedente, la produzione di rifiuti pericolosi e non pericolosi  nel settore sanitario e veterinario è rimasta stabile (circa 179mila tonnellate, 0,1% del totale). Quanto al riparto fra pericolosi e non pericolosi, nel Rapporto ISPRA, prevale la quota di rifiuti pericolosi (circa 160 mila tonnellate, l'1,7%), mentre quella dei non pericolosi (c.ca 18mila, pari allo 0,02%) è soprattutto frutto di stime, stante l'assenza di dati completi nella banca dati del Modello Unico di Dichiarazione ambientale MUD ( v. oltre).

In fondo alla classifica dei rifiuti smaltiti- Tra i rifiuti speciali pericolosi, quelli smaltiti dal settore sanitario e veterinario, nel 2017, sono stati il  3% del totale, all'ultimo posto per quantità, in una classifica che vede primeggiare il settore degli impianti di smaltimento. Bassa anche la produzione dei rifiuti speciali non pericolosi: il settore sanitario e veterinario è terzultimo nella classifica dei 20 Capitoli/Settori dell'EER,  per produzione di rifiuti non pericolosi, superato anche dai rifiuti urbani domestici.

Al top l'edlizia e i "rifiuti prodotti dai rifiuti"- Ai vertici della classifica dei rifiuti speciali prodotti e smaltiti nel 2017, subito dopo i rifiuti dell'edilizia, figurano "i rifiuti prodotti dai rifiuti"- ossia quelli  prodotti dagli impianti di trattamento dei rifiuti e delle acque reflue- che al loro interno contengono anche il valore più elevato di rifiuti speciali pericolosi.

Dati in controluce- La produzione nazionale dei rifiuti speciali non pericolosi è stata quantificata dall'ISPRA sulla base del MUD, dal quale sono però state esentate numerose attività, fra cui imprese agricole,  piccole e medie imprese del comparto alimentare e  attività professionali. Il MUD non si applica alle attività veterinarie a meno che non siano iscritte alla Camera di Commercio.
Tenuto conto della "bassa copertura d’informazione" garantita dalla banca dati del MUD, il Rapporto si è quindi avvalso - anche per il settore sanitario e veterinario -di "metodologie di stima" elaborate dallo stesso ISPRA, ad integrazione dei dati derivanti dalle dichiarazioni MUD.

Presentazione Rapporto Rifiuti Speciali - Edizione 2019