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L'ANALISI

Esami batteriologici: valutarli sempre con il Veterinario Aziendale

Esami batteriologici: valutarli sempre con il Veterinario Aziendale
Raccomandazione agli allevatori. Le prove colturali non sono mezzi infallibili per conoscere i batteri nelle mammelle delle bovine.


L'esperienza insegna che "gli esami batteriologici vanno sempre interpretati in collaborazione con il vostro veterinario aziendale". E' la conclusione del Collega Pier Angelo Cattaneo che pubblica su Agronotizie una disamina delle ragioni di utilità del prelievo sterile del latte, intitolata L'enigma dell'esame batteriologico del latte.

Consapevole di affermazioni "abbastanza in controtendenza", l'articolo argomenta che "tutto ciò ha una validità molto relativa" se il fine ultimo del prelievo e delle prove colturali è di "conoscere nello specifico gli antibiotici che possiamo usare per curare le mastiti del nostro allevamento, verificare l'efficacia di trattamenti effettuati in precedenza ecc".

Gli esami batteriologici "possono essere oggetto di errori umani e di false attese; non vanno dunque letti come "oro colato", ma possono essere utili nel quadro di un piano di risanamento da infettivi, hanno rispondenza se eseguiti più volte sullo stesso capo o sullo stesso quarto, possono risultare efficaci in caso di compravendita di animali in lattazione, oppure per cercare di rimediare a inefficaci ed inopportuni trattamenti terapeutici".

Non solo per l'allevatore è fondamentale capire con il veterinario aziendale l'opportunità e gli obiettivi di una indagine, ma altrettanto importante è far tesoro del principio che "gli esami batteriologici vanno sempre interpretati in collaborazione con il vostro veterinario aziendale, al fine di individuare le strategie utili a risolvere le problematiche che vi hanno indotto ad eseguirli".

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