Sui criteri di adeguamento nazionale al Regolamento europeo sui controlli ufficiali, la Conferenza delle Regioni chiede modifiche.
I punti evidenziati nel documento -approvato dalle Regioni il 21 febbraio- riguardano l'autorità competente, il finanziamento e le tariffe dei controlli ufficiali.
Le "criticità", come vengono definite nel testo, sono tutte riferite all'articolo 11 della legge di delegazione europea, che detta al Governo i principi di adeguamento della normativa nazionale al regolamento (UE) 2017/625 riguardante i controlli ufficiali e le altre attività ufficiali effettuati per garantire l'applicazione della legislazione sugli alimenti e sui mangimi, delle norme sulla salute e sul benessere degli animali, sulla sanità delle piante e sui prodotti fitosanitari.
Per ciascuna "criticità" le Regioni hanno formulato delle proposte di emendamento parlamentare.
Autorità competente- Le Regioni chiedono che l'autorità competente deputata a organizzare o effettuare i controlli ufficiali non sia individuata solo nel Ministero della salute ma anche le Regioni e le ASL. "Qualora fosse individuato solo il Ministero della Salute come unica autorità competente, verrebbe a mancare l’attuale autonomia delle Regioni e delle ASL"- si legge nel documento approvato dalla Conferenza delle Regioni.
Le Regioni si richiamano all'articolo 4 del Regolamento 2017/625, in base al quale uno Stato membro può conferire la responsabilità di organizzare o effettuare controlli " a più di una autorità competente, a livello nazionale, regionale o locale", garantendo in tal caso "un coordinamento efficiente ed efficace tra tutte le autorità coinvolte".
Finanziamento dei controlli ufficiali- Le Regioni chiedono di inserire nella legge di delegazione europea modifiche al finanziamento dei controlli ufficiali, di modo che il gettito sia riassegnato alle autorità competenti e non solo alla autorià centrale.
In base alla normativa vigente, gli operatori pagano per i controlli ufficiali eseguiti dall'Autorità competente versando tariffe che vengono poi ripartite tra i laboratori e i vari livelli dell'autorità competente (oggi il 90% degli importi restano alla Asl che ha eseguito i controlli, alla Regione va il 3,5% e al Ministero della Salute il 2%).
La legge di delegazione europea invece prevede che le tariffe- aumentate per adeguarle al nuovo regolamento (UE) 2017/625- siano interamente versate in un apposito capito del bilancio dello Stato e successivamente ripartite "per attribuire alle autorità competenti le risorse umane".
"Con questa previsione - dicono le Regioni- si allungano i tempi entro cui le Aziende ULSS possono disporre di tali risorse che sono necessarie per svolgere l'attività di controllo ufficiale". Inoltre, "il riparto potrebbe penalizzare le regioni che hanno sostenuti i costi dei controlli". Infine- conclude il documento- se gli importi vengono versati a livello centrale "potrebbe venire a mancare la funzione di verifica degli importi effettivamente riscossi che è attualmente svolta dalle Aziende ULSS".
IL_DOCUMENTO_DELLA_CONFERENZA_DELLE_REGIONI.pdf52.5 KBIl contesto normativo- Con la
legge di delegazione europea, il Parlamento sta definendo i criteri di adeguamento nazionale alla nuova legislazione comunitaria, fra cui il
Regolamento (UE) 2017/625 sui controlli ufficiali. Si tratta dei criteri, e dei principi, ai quali il Governo italiano dovrà attenersi nell'emanare i decreti nazionali di raccordo con le nuove norme europee.
Controlli ufficiali, criteri e principi di delega al Governo