Eseguita una misura cautelare nell’ambito del filone cuneese dell’indagine "Nero Wolf" del Nucleo Investigativo di Polizia Ambientale e Forestale (Nipaf).
Tra i 20 soggetti indagati nell'ambito dell'operazione denominata "Nero Wolf", 5 di loro afferiscono al procedimento penale istruito dalla Procura di Cuneo. Si tratta di un trafficante di residenza ungherese, oggetto di una specifica rogatoria internazionale, un medico veterinario e 3 allevatori del cuneese.
Nell’ambito del filone cuneese venerdì scorso è stata eseguita una misura cautelare- con divieto dimora in Cuneo per mesi 12 -a carico di uno degli allevatori indagati per avere fatto arrivare clandestinamente in Italia dei cani, al fine di immetterli in commercio a prezzi concorrenziali attraverso annunci sul web o attraverso negozi di animali, omettendone la vera origine. Gli esami del DNA di un campione di cani, richiesti all’Istituto Zooprofilattico sperimentale di Torino, hanno poi confermato che i medesimi non potessero provenire dall’allevamento del soggetto cuneese come invece da questi garantito ai propri clienti.
In relazione agli animali del cuneese il Giudice ne ha disposto il sequestro preventivo e sono in fase di assegnazione ai privati per il tramite dell’Associazione “Lida”. L’azione del Nipaaf di Cuneo è guidata dal maggiore Stefano Gerbaldo .
L' indagine sull'operazione Nero Wolf è iniziata nel 2016 ad opera del Nucleo Investigativo di Polizia Ambientale (Nipaaf) e diretta dal procuratore Francesca Nanni. Un filone dell’inchiesta, riguardante l’ipotesi di una lucrosa associazione per delinquere avente fulcro nel centro Italia, è stata ricondotta alla competenza della Procura di Bologna.
Le perquisizioni condotte in svariate province italiane su una trentina di obiettivi tra private dimore, allevamenti, negozi animali, cliniche veterinarie e studi di liberi professionisti hanno fornito i riscontri ricercati grazie al rinvenimento, con sequestro, di 60 cuccioli appena giunti dall’Ungheria e non ancora commercializzati oltre ad una grande quantità di documentazione di accompagnamento falsa o contraffatta nonché alcune decine di migliaia di euro in contanti.
Numerosi i capi di imputazione fra i quali l'esercizio abusivo della professione medico-veterinaria, oltre a traffico internazionale illegale di cuccioli (pene previste: reclusione da tre mesi ad un anno e multa da 3.000 a 15.000€), auto riciclaggio ovvero attività imprenditoriale su beni (cani) derivanti da un delitto e occultati in relazione alla loro origine falsificandone i documenti (reato per la prima volta ipotizzato per analoghe fattispecie, pene previste: reclusione da 2 ad 8 anni e multa da 5.000 a 25.000€) oltre a maltrattamento animale, frode in commercio, ostituzione di persona e falso ideologico.
Centinaia le persone frodate, convinte di aver acquistato cani di razza da allevamenti italiani e trovatisi invece, in moltissimi casi, con cuccioli gravemente sofferenti, a causa del precoce distacco dalle cure parentali, a poche settimane di vita, di sommari trattamenti veterinari praticati nonché del successivo estenuante viaggio in macchine o furgoni in stato di elevato stress.